Il grande Eduardo ai Magazzini del Sale, “rivisitato” da Domenico Cucinotta

Secondo appuntamento con la stagione teatrale ai Magazzini del Sale organizzata dal Teatro dei Naviganti.

In scena il 24/25e 26 novembre alle ore 21,00, la stessa compagnia dei Naviganti, che si confronta con l’adattamento di un classico intramontabile quale “Le voci di Dentro “ di E.De Filippo. Lo spettacolo, diretto da Domenico Cucinotta, ha per titolo “Il fatto del sogno” e vede in scena lo stesso Cucinotta insieme alle altre due componenti “storiche” del Teatro dei Naviganti, Mariapia Rizzo e Stefania Pecora, ad Orazio Berenato, Alessandra Santisi, Clahidia Laganà e Donatella del Mastro. In scena anche Mauro Failla del Clan degli attori, a testimoniare la collaborazione e lo scambio che esiste tra queste due vitali realtà teatrali della nostra città. Nel ruolo di Zi Nicola, presta la sua cortese partecipazione Daniele Millimaggi.

“ Le voci di dentro “ è un’opera che Eduardo De Filippo ha scritto nel 1948, cioè poco dopo la fine della seconda guerra mondiale. Non è dunque un dettaglio notare che il testo teatrale racconta di un conflitto tra due famiglie. Conflitto che rischia di degenerare se non ci fosse l’intervento di un elemento inaspettato: l’irrompere della dimensione onirica. Infatti ben presto si scopre che l’accusa di omicidio mossa da una famiglia nei confronti dell’altra è infondata, in quanto “il fatto”  è stato sognato, non sussiste.

Le conseguenze non sono più legali ma umane.

Tutto accade una mattina luminosa, precisa De Filippo nella didascalia iniziale, un giorno di normale quotidianità. Ed è giusto al risveglio che i personaggi vengono invasi dal ricordo dei propri sogni che rivelano mistero e mostruosità; appunto quelle voci di dentro che parlano e sconvolgono perchè in grado di mostrare altre facce di noi stessi. In questo caso, l’avidità.

In preda ad essa i personaggi del dramma calpestano il rispetto, la stima reciproca e De Filippo ci mette in guardia dal rischio di perdere queste qualità nei rapporti umani. Sembra invitarci a non essere dei voraci che diventano ciò che consumano o distruggono.

L’autore non dà soluzioni terrene. Anzi, in terra permane il conflitto; è dall’alto che irrompe una luce che illumina sorprendentemente le figure umane che sedute, si danno le spalle. Se sia pietà o la possibilità di guardarsi in faccia, la luce non lo dice.

Come spesso accade nella realtà, anche nell’opera di De Filippo il riso si mescola al dramma. Ed è al sorgere del riso che si rimane sgomenti di fronte allo svelarsi dell’animo che ci riguarda.

E’ necessaria la prenotazione allo 090 2924580, tramite messaggio in segreteria, o con un messaggio whatsapp al 339 5035152

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