Filumena Marturano fa riscoprire il teatro ai messinesi

di Palmira Mancuso – Ci voleva una napoletana doc come la bravissima Mariangela D’Abbraccio nei panni di Filumena Marturano, la coraggiosa donna del popolo che vince i pregiudizi attraverso l’amore più grande, quello materno, a riportare il piacere del teatro a Messina.

Pubblico delle grandi occasioni, platea vip (in salsa messinese) e applausi ad interrompere più volte la scena, quasi come sfogo ad una tensione che sul palco non è mai diminuita dalla prima all’ultima battuta.

Un classico del teatro, una prova d’attore ampiamente superata da tutti i componenti del cast: dall’intensa e non scontata interpretazione di Mariangela D’abbraccio, con la quale molte donne in sala hanno condiviso applausi e pianti liberatori, al credibile Geppy Gleijeses  che ha bene interpretato quella metamorfosi sentimentale che porta Domenico Soriano dall’infatilismo di certi uomini con la sindrome di Peter Pan a quel senso di responsabilità che lo renderà non solo un marito ma persino un padre.

castUn plauso anche a Nunzia Schiano, Mimmo Mignemi, Ylenia Oliviero, Elisabetta Mirra, Fabio Pappacena, Adriano Falivene, Gregorio, Maria De Paola, Agostino Pannone, tutti dentro il personaggio, facendo della coralità uno dei punti di forza della regia firmata da Liliana Cavani.

A sembrare un pò debole agli amanti della messa in scena cinematografica del grande De Sica, il finale: inutilmente lungo rispetto alla conclusione emotiva della vicenda.

Pubblico indisciplinato e distratto da continui colpi di tosse (in platea i sintomi influenzali parevano aver colpito metà dei presenti, a file alterne) ma che ha assicurato il giusto calore al cast e anche alla rinvigorita dirigenza dell’Ente presente in tutte le sue componenti a fare gli onori di casa.

Se non avete l’abitudine al teatro e volete superare lo shock di Grease in versione scolastica, è lo spettacolo adatto a chi solca per la prima volta gli archi del Vittorio Emanuele. Un’occasione che vi permetterà di non sentirvi fuori posto, tra sedicenti cultori del teatro, da non perdere fino al 10 dicembre. Perchè questa è la grandezza e la popolarità del genio di Eduardo: un metalinguaggio che raggiunge il cuore di tutti.

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