Depistaggio Eni, gli atti di Messina alla Procura di Milano

Si estende l’intreccio di procure che stanno indagando sulle inchieste su corruzione e depistaggi che partono da Siracusa. Dopo quelle di Messina e Roma, infatti, torna in campo la procura di Milano, interessata per uno degli aspetti emersi soprattutto nelle indagini della guardia di finanza di Messina. La Procura di Milano ha acquisito l’intera ordinanza del gip del tribunale, Maria Vermiglio, in cui è contenuto un capitolo relativo alla vicenda del depistaggio dell’indagine sulle tangenti che il vertice di Eni avrebbe pagato in Nigeria. Com’è noto, Claudio Descalzi e Paolo Scaroni sono stati rinviati a giudizio per corruzione per il caso della presunta maxi tangente versata da Eni e Shell a pubblici ufficiali e politici nigeriani per lo sfruttamento del giacimento Opl 245.

Nell’ordinanza del gip Vermiglio c’è un capitolo dedicato alla “vicenda De Scalzi ed il falso verbale di sommarie informazioni di Massimo Gaboardi”. Si parte il 14 agosto 2015 quando è depositata alla Procura di Siracusa una denuncia a carico di ignoti nella quale Alessandro Ferraro dichiarava di essere stato vittima di sequestro di persona ad opera di 3 uomini armati che gli avevano intimato di riferire informazioni sul deposito illecito di rifiuti radioattivi a Melilli. Riconduceva l’attentato a quanto da Ferraro appreso a Milano dell’esistenza di un’organizzazione criminale, finalizzata a destabilizzare il management dell’Eni. L’ex pm Longo ha avviato una serie d’indagini, una delle quali per corruzione internazionale non informando dell’attività d’indagine il Procuratore Capo o l’aggiunto. Il 30 marzo 2016, ottenne dal Procuratore di Trani, Carlo Capristo, la trasmissione di un procedimento che aveva per oggetto vicende analoghe a quelle delle quali si stava occupando.

Il 5 luglio 2016 gli atti dell’inchiesta siracusana venivano trasmessi alla Procura di Milano con una missiva a firma del Procuratore Giordano, che ha chiesto al sostituto Longo di relazionare sulle modalità di formazione del fascicolo e sui motivi per i quali non lo avesse informato delle indagini sulla vicenda. (@G.Pensavalli)

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