Patto per la parità di genere: Russo attacca la Giunta “Maschilista senza requisiti”, Santisi risponde “Strumentalizzazione elettorale”

La questione è stata sollevata dalla consigliera Antonella Russo in merito al “Patto dei Sindaci per la parità e contro la violenza di genere” attraverso cui il Comune di Messina si è impegnato, con gli altri Comuni dell’ANCI, ad attivare azioni di promozione di cultura di parità di genere al fine di ridurre le disparità fra uomini e donne.

A trovare fra la firma di questo patto e le azioni della Giunta incoerenza la consigliera del PD che in una nota durissima diramata venerdì accusa la giunta di misoginia maschilismo senza mezzi termini e con un resoconto dell’attività dell’Amministrazione Accorinti che varrebbe per la giunta la colpa dell’inadeguatezza a firmare il patto. “Chi ha dimenticato che dopo la fuoriuscita dalla Giunta comunale dell’assessora Patrizia Panarello, la stessa è stata sostituita con un uomo? – scrive Antonella Russo – Chi ha dimenticato le parole del Sindaco Accorinti, che, quando doveva nominare il nuovo assessore al Patrimonio e alle Politiche del mare, ha detto alla stampa che ha scelto un uomo per non aver ravvisato donne all’altezza di quel compito? – continua la nota – Chi ha dimenticato che l’attuale giunta comunale è composta da 7 uomini, oltre il Sindaco (che ha anche deleghe assessoriali) ed una sola donna? Mi chiedo se una giunta prettamente “maschilista” abbia i requisiti per aderire ad un Patto nazionale tra Comuni in cui si dovrebbe impegnare a compiere azioni politiche che riducano la disparità di genere, e la risposta è certamente no! Il Sindaco Accorinti e la sua giunta, al posto di mettere in campo sterili adesioni a patti nazionali per “far bella figura” e per dirsi progressisti in tema di parità di genere, avrebbero dovuto attuare, compiere, realizzare il principio di civiltà che tutela la presenza femminile nelle Istituzioni, non a parole ma con concrete azioni amministrative che, ahimè, in 5 anni non si sono viste. E ciò, nonostante svariati appelli e rimostranze della sottoscritta, come anche di alcune forze politiche, e, sopra tutti, della Consigliera provinciale di Parità, Mariella Crisafulli. E che nessuno si trinceri dietro la scusa che in Sicilia non si applica la legge Del Rio, che impone espressamente la presenza femminile in giunta in misura non inferiore al 40% del totale. In ogni caso la norma regionale parla di rappresentanza femminile significativa, e una donna su otto componenti dell’esecutivo non rispetta neppure questo meno stringente requisito. Da tutto ciò si trae solo un’amara domanda, al netto di proclami che hanno il sapore di campagne mediatiche preelettorali: l’attuale amministrazione comunale di Messina soffre per caso di misoginia?

A rispondere in merito alla questione, oggi, l’Assessora ai servizi sociali Nina Santisi, unica quota rosa in seno alla Giunta di Palazzo Zanca che corregge la consigliera Russo proprio sull’avvicendamento delle cariche a cui ha fatto riferimento la prima. “Per onore di verità e precisione, – scrive – preciso che l’assessora Patrizia Panarello si è avvicendata non con l’assessore Sebastiano Pino ma con l’assessora Daniela Ursino e, poi, quest’ultima con il giovane – a proposito di pari opportunità – assessore Federico Alagna.

Ma per Nina Santisi è fatto più grave che la consigliera Russo abbia sostenuto che la Giunta non abbia proprio i requisiti per firmare il patto. “Sì, è vero, oggi solo una donna è componente della giunta Accorinti e non mi sono mai sottratta dal sottolinearlo, anche pubblicamente.
 – ha scritto –  Ma certo non si può tacciare per questo la giunta Accorinti di misoginia. Comprendo bene il clima da campagna elettorale, ma non è accettabile che alla responsabile adesione al “Patto dei Comuni per la parità e contro la violenza di genere” faccia da contraltare un attacco strumentale. Il Patto rappresenta un impegno giusto e concreto per favorire la parità di genere nel mercato del lavoro, nella politica e nelle istituzioni. Trovo, dunque, prive di senso e pretestuose le considerazioni di chi sostiene che Messina non avrebbe avuto i requisiti per aderire o che, addirittura, non avrebbe dovuto firmare il Patto. Ancor più assurdo se tali accuse provengono da una Consigliera di Parità dell’Assessorato Regionale“.

 

Ultimo scacco evidenziato da Nina Santisi che sia stata proprio una donna ad attaccare un’altra donna, in merito a un patto che dovrebbe favorire la collaborazione trasversale fra donne. “In consiglio comunale, i commenti sulle donne, sì animati da misoginia e maschilismo, mi hanno sempre visto al fianco di chi li ha subiti, a prescindere dal partito di appartenenza. – conclude Nina Santisi – Oggi invece, un impegno culturale, scritto, promosso e sostenuto per la nostra città da una donna per le donne, subisce l’attacco tardivo e fazioso di due donne“.

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