Convenzione stadi, la lettera di Giovanni Carabellò ad Antonio Le Donne

Tra calcio e politica. Ecco la lettera di Giovanni Carabellò al Segretario Generale Antonio Le Donne. “Nell’inoltrarLe alcune note sulla situazione degli stadi comunali, creatasi nella stagione sportiva 2017/2018, con una presa di posizione dell’Amministrazione che tarda ad arrivare e che rischia di procurare ulteriore nocumento alle disastrate casse comunali, non posso che mettere in rilievo quanto sarebbe avvenuto lo scorso 17 maggio con la divisione sport che avrebbe ripreso in carico lo stadio Franco Scoglio senza una necessaria verifica preliminare sullo stato dei luoghi. Lo stadio è stato infatti ulteriormente vandalizzato con danni che possono essere quantificati in un paio di centinaia di migliaia di euro. Danni che certo non possono essere posti a carico della collettività e che, al pari delle somme portate dal  “tariffario impianti sportivi”, dovranno essere corrisposte da chi ne ha fatto uso continuativo senza   logiche gestionali e senza versare alla municipalità le necessarie garanzie fidejussorie. Né si può pensare che sia il prossimo organizzatore dei concerti a porre riparo a tale scempio con opere eseguite in compensazione sulle somme contrattualmente dovute all’Amministrazione. Tali somme, infatti, ben potrebbero essere utilizzate per altri interventi di somma urgenza in scuole o altri impianti sportivi. Allo stesso modo mi corre l’obbligo di fare un cenno sul trattamento che, la società cui il Comune ha riservato il privilegio di rappresentare il calcio cittadino ai massimi livelli consentiti dalla normativa. Nella stessa data, in presenza incolpevole di un funzionario del Comune, e malgrado la visita fosse stata concordata per tempo, il delegato ai campi sportivi della Lega Nazionale Dilettanti inviato da Roma per la prevista visita all’impianto di gioco, è stato praticamente abbandonato al suo destino senza poter, di fatto, svolgere l’attività prevista nella circostanza. Il tutto mentre qualcuno in Città continua a fantasticare mistificando la realtà. Queste, però, sono solo note a margine. Quello su cui insisto è che gli stadi sono di proprietà comunale (ovviamente della municipalità e non di questo o quel politico o di questo o quel dirigente) e per condurli o gestirli ci sono gli strumenti previsti dalle leggi o regolamenti. E i danni sono sempre a carico di chi li conduce o li gestisce e per questo ho ritenuto di dover indirizzare anche a Lei, che è in qualche modo il garante del rispetto di tali norme, questa che deve essere considerata una denuncia”.

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