Sciacca attacca De Luca: «La società civile prenda le distanze dalle sue pagliacciate»

«Veniamo a conoscenza che nel corso delle sue pagliacciate itineranti, il deputato regionale Cateno De Luca continua a diffamare il nome di Gaetano Sciacca e il M5S, mettendo in campo tutto il variopinto repertorio di provocazioni circensi che contraddistinguono il personaggio. Accuse e calunnie già al vaglio dei nostri avvocati, che sono al lavoro per arricchire ulteriormente il già variegato curriculum giudiziario dell’ex sindaco di Fiumedinisi». 

Non usa giri di parole il candidato sindaco del M5S, Gaetano Sciacca, che invita tutta la società civile, indipendentemente dallo schieramento politico, a prendere le distanze da un modo di fare politica basato sull’aggressione e sulla delegittimazione dell’avversario.

«Stiamo parlando – prosegue Sciacca – di un aizzatore di folle dall’ego ipertrofico che crede di essere un grande statista solo perché ha amministrato il pianerottolo di casa sua. Uno che guadagna 600mila euro l’anno (è il deputato più ricco all’Ars) e gioca a fare l’amico del popolo, circuendo i più sprovveduti con le sue teorie del complotto. Gli stessi seguaci ingenui che usa come squadriglie fasciste pronte a vomitare odio sui social per difendere il padrone». 

«La cosa paradossale – continua il candidato pentastellato – è che parliamo di un personaggio legato a doppia mandata alla vecchia politica che si permette di dare lezioni di moralità. È persino imbarazzante doversi confrontare con un candidato sindaco che si denuda all’Ars, che improvvisa siparietti con le pecore e che sproloquia in tv screditando l’immagine dell’intera città. La società civile deve prendere le distanze da queste pagliacciate».

Infine una replica alle recenti dichiarazioni di Articolo Uno: «Confesso che per capire chi fossero ho dovuto cercare su Google. Cosa hanno fatto questi per la nostra città? Quando cito gli interventi post alluvione lo faccio ovviamente usando il “noi” a nome di tutto il Genio Civile, parlando di opere iniziate e concluse in un contesto dove invece non si porta a compimento nulla. Stupisce poi che a intervenire sui ruoli istituzionali siano proprio quelle stesse persone che fino al 4 Marzo hanno attaccato “il partito dell’Università”, accusato di utilizzare i ruoli nell’Ateneo per fare pressione, e poi, a soli due mesi di distanza, dopo un maldestro tentativo di approccio con Accorinti, sono entrati in quella stessa aula, ai piedi di quella cattedra che avevano tanto contestato».

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it