Riscrivere il Regolamento Antimafia Comunale per una reale tutela degli imprenditori, la proposta di Mario Ceraolo

l dibattito di oggi organizzato dal Comitato Addio Pizzo, è stato l’occasione per approfondire la tematica sul Regolamento Antimafia approvato dal Consiglio Comunale nel novembre 2017. L’Assessore designato alla Legalità dal candidato sindaco Dino Bramanti, Mario Ceraolo, esperto in materia di antimafia e antiracket, ha evidenziato che il provvedimento in questione è “assolutamente anacronistico in quanto non tiene conto della situazione criminale ed economica attuale. Inoltre, non è stato ancora attuato, né può trovare attuazione, basti pensare, tra l’altro, che l’art. 6 del Regolamento prevede l’esclusione degli imprenditori che non hanno denunciato di essere vittime di estorsione dalle procedure di affidamento degli appalti, sulla base di una norma (l’art. 38 del codice degli appalti) che era stata abrogata già nell’aprile 2016 e sostituita dal nuovo codice degli appalti, che prevede condizioni ancora più rigorose. Un punto vuoto, inoltre, riguarda le agevolazioni agli imprenditori che denunciano (art. 8 e seguenti): l’esenzione dei tributi comunali per 3 anni al tempo stesso viene promessa ma esclusa se l’imprenditore accede alle agevolazioni previste da leggi statali e regionali, cosa che invece accade normalmente in quanto queste ultime prevedono un ventaglio molto più ampio di aiuti alle imprese. L’Osservatorio Comunale Antimafia, inoltre, (previsto dagli artt. 19 e seguenti), non è mai stato di fatto istituito, mentre nel frattempo nel mese di febbraio ha chiuso i battenti lo sportello comunale antiracket e antiusura di Palazzo Satellite perché non è stata rinnovata la convenzione con l’associazione che ne garantiva l’operatività, non avendo previsto le necessarie risorse già nella predisposizione del Bilancio. In questo Osservatorio riteniamo assolutamente necessario coinvolgere i rappresentanti delle categorie di imprenditori e commercianti, perché la loro presenza, paradossalmente, non è stata prevista dal Regolamento, che invece sarà inserita dalla futura amministrazione comunale. Quindi, il Regolamento Antimafia, richiede una profonda rivisitazione, per essere in linea con la normativa vigente anche tenendo conto del nuovo codice antimafia, emanato nell’ottobre 2017 e di cui il provvedimento consiliare, non ha neanche tenuto conto. L’obiettivo è garantire la libertà di impresa, tutelare gli imprenditori e commercianti, con vere misure di contrasto della criminalità organizzata ed anche abbattendo i costi dei tributi comunali addossati alle imprese, nonché attenuando la situazione di sovraindebitamento delle famiglie attraverso delle misure di sostegno”.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it