Posti abbandonati di Messina, Cateno De Luca: “Nuovi investimenti e riscoperta legame con il mare”

Si può riorganizzare la città soprattutto lungo l’asse Maregrosso -Tremestieri, anche in un’ottica di recupero di ciò che sorge lungo la costa. In questo senso vorremmo fare nostro il tema della rigenerazione urbana. Attraverso il recupero integrale di tanti luoghi dimenticati che giacciono inermi lungo la nostra costa e attraverso una sapiente commistione tra questi luoghi ed idee innovative di respiro europeo, magari aiutati da un adeguato programma di spesa per i fondo europei, si potrebbero creare degli hub in alcuni dei principali luoghi simbolo della città (ex dogana, stazione marittima, ex area fieristica, zona falcata, ex magazzini delle ferrovie, rada San Francesco etc.) con il doppio obiettivo di far riscoprire il rapporto col mare alla città e di restituire ai cittadini e perché no, anche legandoli ad un utilizzo di valenza sociale, luoghi che oggi giacciono come condannati ad un inesorabile destino. A dirlo l’on. Cateno De Luca, candidato a sindaco di Messina che aggiunge: “Si devono trovare i bandi per il ripristino e lo sfruttamento di questi luoghi anche alla disponibilità di interventi privati che mirino a creare un’economia produttiva che dia posti di lavoro stabili. Si deve ripensare ad un orientamento culturale ed economico del territorio – da replicare in tutta la provincia – verso il mare quindi potrebbe essere un’opportunità di grande respiro. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da importanti riconoscimenti di risorse economiche e finanziarie per la nostra Città Metropolitana, tra interventi di riqualificazione col Programma Operativo Pon Metro e i progetti scelti, nell’ambito del “Masterplan per il Sud”, e trasmessi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che riguardano importanti interventi strutturali su tutto il territorio provinciale. Una stagione di rilancio della Città sembra quindi aprirsi soprattutto in termini di risanamento di porzioni di città da tempo in attesa di soluzioni abitative e servizi più capillari a sostegno delle famiglie e, non secondario, quello dell’occupazione lavorativa che si determinerà per la realizzazione degli interventi finanziati. Accanto alla rigenerazione fisica dei luoghi, non possiamo non pensare a quelle realtà sociali che spesso sopperiscono alle carenze dei soggetti pubblici in tema di coesione sociale, diffusione dei diritti, aggregazione ed integrazione, contrasto alle povertà e lotta all’esclusione sociale e che in larga parte sono animate proprio dai giovani che credono in valori ed ideali forti”.

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