Sacco di Fiumedinisi: il 22 novembre il processo d’appello a Cateno De Luca per abuso d’ufficio e tentata concussione

Comincerà il 22 novembre il processo a Cateno De Luca per quanto riguarda il Sacco di Fiumedinisi, l’indagine condotta nel 2011 quando il primo cittadino di Messina era sindaco del paese della provincia jonica. Nel mirino sono finiti i lavori per la realizzazione di un albergo con centro benessere da parte della società “Dioniso srl”, l’edificazione di 16 villette da parte della cooperativa ‘Mabel’ e la realizzazione di alcuni muri di contenimento del torrente Fiumedinisi.

L’approvazione della variante al PRG avrebbe favorito Cateno De Luca nella realizzazione delle opere secondo la Procura che gli contesta quindi i reati di abuso d’ufficio tentata concussione. Insieme all’attuale sindaco di Messina saranno processate altre sette persone appartenenti alla Giunta Municipale: il fratello Tindaro (detto Gino), il funzionario del Comune di Fiumedinisi Pietro D’Anna, il presidente della commissione edilizia Benedetto Parisi, Giuseppe Bertino (assessore), Salvatore Piccolo (assessore) e infine Grazia Rasconà (vicesindaco di Fiumedinisi all’epoca dei fatti).

Il giudizio di primo grado si è concluso a novembre dell’anno scorso con assoluzioni e prescrizioni. In particolare il Tribunale, seconda sezione penale, dispose l’assoluzione di De Luca per abuso d’ufficio mentre il reato di tentata concussione fu riqualificato in tentativo di induzione indebita di dare e promettere utilità ed il tribunale dichiarò la prescrizione (prescrizione anche per il falso). La sentenza è stata appellata dal procuratore capo De Lucia che ha insistito sulle violazioni poste in essere da Cateno De Luca promotore del sistema finalizzato a ottenere concessioni edilizie e vantaggi patrimoniali in favore delle società edili coinvolte.

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it