Rita Borsellino, la denuncia del male oscuro

di Saverio Di Bella – Ricordare Rita Borsellino senza mettere a fuoco la verità più sconvolgente, denunciata da Rita in vita, sarebbe una rimozione intollerabile di una ferita dalla quale sgorga ancora sangue e dolore.
Non conosciamo ancora, dopo 25 anni dall’assassinio, esecutori e mandanti dell’uccisione di Paolo Borsellino. Sappiamo però che esponenti dello Stato appaiono, nell’ombra, complici di mafiosi e protagonisti di un omicidio che è politico e non solo mafioso.
Ricordiamo che Rocco Chinnici, il Maestro di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, ha concettualizzato la mafia come organizzazione criminale di tipo eversivo.
Ne discende che i servitori dello Stato che abbiano tradito la Repubblica e collaborato con la  mafia come traditori vanno giudicati. Prima da noi popolo italiano, e poi, speriamo, da un tribunale della Repubblica. Un tribunale costituito da Magistrati integerrimi che abbiano l’amore necessario per la giustizia e la verità e la professionalità indispensabile per non farsi depistare, ingannare, usare e strumentalizzare dai cervelli finissimi che guidano le mafie.
La vicenda dei processi celebrati sull’assassinio di Paolo Borsellino è un calvario di vergogna e di pena, di inganni e di soprusi nei confronti della verità e della Legge.
Tutto questo ha denunciato Rita. La sua morte, avvenuta prima di ottenere giustizia e verità, non deve interrompere questa marcia che è ormai di popolo verso la verità.
Anche il fatto che la giustizia nei tribunali potesse essere ingannata, depistata, strumentalizzata era stato denunciato nella Commissione Parlamentare Antimafia essendo Ministro della Giustizia l’On. Mancuso (Governo Dini 1995).
Evidentemente e deduttivamente non è convenuto ascoltare questi allarmi e si è preferita la sceneggiata di processi che sono una offesa per la giustizia e per la verità.
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Rita incarna anche per questa lotta la Sicilia culla di bellezza e di amore per la giustizia e la verità. La Sicilia che sa bene che per questi valori si può e si deve sacrificare la vita se è necessario.
Nella consapevolezza che il martirio è una vittoria, una vittoria nel futuro (Tolstoj).
Anche per questo grazie Rita. Continuerai a vivere come Paolo, come le tante vittime uccise dalla mafia e dai suoi complici nello Stato, nel cuore e nella mente non solo dei siciliani ma di tutti i cittadini e di tutti gli uomini che sanno che è meglio morire liberi che vivere da servi.

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