Al comune di Messina mancano 100 milioni di euro di tributi non incassati

di Marina Pagliaro – Che il Comune di Messina avesse problemi nella riscossione delle imposte non era di certo una novità. Che Cateno De Luca voglia risolvere la questione toccando ad ampio raggio diverse modalità di intervento era già noto dalla campagna elettorale e dai primi provvedimenti sul personale avanzati dal sindaco durante i primi giorni dal suo insediamento. Il primo cittadino ha ribadito le modalità di intervento che l’Amministrazione intende portare avanti per rimpolpare le casse comunali ieri durante il consiglio comunale straordinario dove all’ordine del giorno c’era la discussione sul “D.U.P. 2018/2020 Bilancio di previsione finanziario 2018/2020”, a cui stato aggiunta anche l’“Approvazione del programma triennale delle opere pubbliche 2018-2020”.

Il documento legato al Bilancio di previsione finanziario è stato ereditato dall’attuale Giunta direttamente dall’Amministrazione Accorinti. Propedeutico alla sua approvazione, però, il documento di programmazione triennale delle opere pubbliche messo al primo posto dell’ordine del giorno ma da discutersi ancora in Commissione bilancio. “Abbiamo apportato modifiche minime e in caso lo riformeleremo in seguito – ha spiegato l’Assessore Mondello presente in aula insieme al Sindaco”. Dopo aver rimandato la possibilità di presentare emendamenti alle sedute consiliari successive, perché non ancora esitata la Commissione sul programma triennale, la discussione in aula si è concentrata sulle priorità da dare alle voci del bilancio. Per quanto riguarda l’eredità di Accorinti le modifiche, spiegate sia dal presidente della Commissione Bilancio Massimo Rizzo, che dall’ing. Amato, sono state minime: eliminazione delle opere già appaltate che non devono essere pianificate e introduzione dell’Agenzia per il risanamento. Il documento ha ottenuto parere positivo da parte del collegio dei revisori dei conti e di quattro circoscrizioni che lo hanno esaminato.

Il bilancio di previsione: un “vulnus” da 100 milioni di euro 

A denunciare le importanti anomalie fra le entrate e gli importo dovuti il sindaco Cateno De Luca che ha presentato il bilancio con una lunga disamina in cui il punto chiave è stata l’incapacità del Comune di riscuotere le tasse. “Il problema principale è quello degli immobili fantasma che ci sono perché i dipartimenti hanno delle banche dati non aggiornate e dei software non omologati fra loro e che fanno riferimento a elenchi diversi – ha spiegato – Esiste una base sostanziale del bilancio e una base formale. Sul piano formale sembra tutto tranquillo ma a livello sostanziale mancano cento milioni di euro di tributi che non sono stati incassati“. Una situazione, questa, che per il primo cittadino ha come conseguenza anche la mancanza di incassi dai 15 milioni ai 20 milioni di euro l’anno.

La soluzione è quella dell’Ufficio unico delle entrate comunali che si occuperà in maniera trasversale nel prossimi mesi di mettere a norma le banche dati e di avviare un recupero dei crediti preciso e accurato. “Oggi il rischio è non avere disponibilità economica per gli investimenti – ha proseguito De Luca – Il 95% delle spese sono spese correnti ma di queste molte sono patologiche: ad esempio il 25% per un settore e solo lo 0,5% per la manutenzione strade. Queste scelte strutturali verranno affrontate dal consiglio che dovrà modificare il sistema di pianificazione degli investimenti”.

Se sotto il profilo economico il bilancio è stato accettato da De Luca, politicamente quindi il sindaco ne ha preso le distanze. “Presenteremo circa quattro emendamenti per modificare quella che intendiamo essere la priorità di spesa – ha proseguito il sindaco – Sono dei correttivi per l’assenza della copertura obbligatoria di alcuni servizi come ad esempio l’emergenza alberi. Ma non si può continuare a programmare spese urgenti e a non pianificare una strategia ordinaria di spesa per problemi come questo, o come le scuole, o come le strade”. L’obiettivo della Giunta è quello di accettare l’attuale bilancio ma di modificare l’assetto di quello del 2019. “Meglio partire con un lavoro complessivo avviato e pensare da subito al bilancio del 2019 – ha concluso De Luca – La coperta è quella: non si allarga. Bisogna capire quali fronti coprire e quali no”.

Gli interventi dei consiglieri in aula 

E la questione politica legata agli investimenti tiene banco nella discussione – non troppo accesa – dell’aula dove i consiglieri comunali hanno voluto spiegare quali sono le priorità di spesa. Per Felice Calabrò (PD) è urgente immettere su strada gli scuolabus, per Nino Interdonato (Sicilia Futura) rivedere la gestione della tesoreria attualmente affidata alla Unicredit; Libero Gioveni (PD) insiste sulla necessità di potenziare il personale di Palazzo Zanca e dei dipartimenti e sul miglioramento del servizio di asili nido. Per Alessandro Russo (LiberaMe) fondamentale è anche dotare il personale di strumentazioni adatte e di aggiornamento nonché riorganizzare gli uffici e accedere a finanziamenti europei importanti. La questione trasporti è stata sollevata ancora una volta da Pietro La Tona (Sicilia Futura) che ha anche sottolineato la necessità di aumentare i fondi per lo sport e per gli impianti sportivi, ma anche per la manutenzione dei torrenti. Miglioramento del trasporto pubblico importante anche per Salvatore Sorbello (Gruppo misto) e un approfondimento sui conti delle partecipate è il punto di partenza per un bilancio in positivo secondo Antonella Russo (PD).

Il Comune come una azienda, ripartire dal personale assunto: la proposta di De Luca

Davanti alle diverse priorità date dai consiglieri rispetto a quelle di Cateno De Luca, il sindaco ha avanzato a conclusione dei lavori in aula la necessità di fare una scelta responsabile e approvare il bilancio al di là delle volontà di ciascuno. “Questo non è il bilancio che vorrei – ha spiegato De Luca – Ma è una responsabilità bipartisan quella di approvarlo. C’è differenza fra la forma e la sostanza: se Accorinti vorrà confrontarsi con me lo faremo. Le sue azioni non tramutate in aspetto formale e contabile tuttavia non esistono. Ad oggi porteremo avanti il bilancio e modificheremo il tiro con quello nuovo”. La richiesta di Libero Gioveni di ampliare il personale è quella su cui il primo cittadino ha risposto in maniera approfondita. “La qualità dei lavoratori in questo palazzo e nelle partecipate è bassa – continua – Il problema non è la quantità di persone ma il modo in cui si lavora. Prima di parlare di scuolabus bisogna concentrarsi sui bilanci e smetterla con la logica delle lobby. Il personale non è insufficiente: bisogna prima di tutto riorganizzare le strutture e i servizi“. Formazione del personale, riorganizzazione e non potenziamento dell’organico, aggiornamento della banca dati e digitalizzazione del sistema sono i punti di partenza per svecchiare la macchina amministrativa e renderla efficiente in tempi rapidi. Una riqualificare della spesa pubblica che comincia da Palazzo Zanca senza affidare i servizi a esterni ma basarsi sul personale già assunto. “Io sono come un datore di lavoro – ha aggiunto – quando devo riorganizzare la mia azienda devo anche licenziare. Non pensiamo alle partecipate come qualcosa di esterno al Comune: tutto è legato a questa grande azienda. Gli strumenti contrattuali ci sono: bisogna saperli usare separando la quotidianità dalla progettazione“.

 

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