Situazione economica Atm, la verità di Cacciola: “Foti una persona onesta”

di Marina Pagliaro – Un miglioramento progressivo del servizio di trasporto pubblico dal 2013 al 2017 che ha lasciato i conti di ATM in una situazione completamente diversa rispetto a quella presentata dal nuovo presidente del CdA Giuseppe Campagna e dal sindaco Cateno De Luca. Lo sostiene Gaetano Cacciola, l’ex Assessore ai trasporti, che ieri pomeriggio nella sede di “Nuovi orizzonti” in via Santa Maria Alemanna ha dato la sua versione di una azienda che per il nuovo primo cittadino deve essere chiusa e privatizzata senza se e senza ma. “Foti è stata una persona onesta – ha detto Cacciola – il contenuto della corrispondenza esposto in pubblica piazza è soltanto pretestuosa e scollegata dal contesto in cui determinate lettere venivano scambiate”.

La situazione del 2012 e il piano di riequilibrio del 2013 

Secondo quanto riportato da Cacciola il bilancio del 2012 dell’ATM presentava alla chiusura un disavanzo di 32 milioni di euro che, per essere ammortizzati, erano stati inseriti nel piano di riequilibrio redatto dall’amministrazione Accorinti nel 2013 come debito del Comune. Secondo il progetto della Giunta, infatti, con un riequilibrio che doveva essere spalmato su dieci anni l’Atm avrebbe percepito come minori trasferimenti circa 42 milioni di euro. Nel febbraio 2015 il Collegio dei Revisori del Comune diede parere favorevole alla proposta di delibera di Giunta Municipale inerente il contratto di servizio tra ATM ed il Comune, dichiarando che erano state adottate le indicazioni del Collegio dei revisori medesimi in merito alla riformulazione della “Tabella riepilogativa delle economie previste per i trasferimenti ad ATM nel periodo 2014-2023″ rendendola ”coerente con quanto indicato nel Piano di Riequilibrio Pluriennale in tal senso emendato”.

Una manovra economica volta a risollevare la situazione dell’ATM a cui si è, però, accostata anche una strategia di aumento delle entrate non soltanto grazie ai contributi della regione ma anche attraverso un piano di aumento delle entrate provenienti dal miglioramento del servizio (bigliettazione, multe, riscossione imposte, ecc.). Questo il motivo per cui nel 2015 si è stilato il contratto di servizio fra il Comune e l’Atm che ha regolarizzato l’importo che Palazzo Zanca ha erogato verso l’azienda incrementando, però, i chilometri eseguiti dagli autobus. Se nel 2014 infatti il Comune erogava 21 milioni di euro per la corsa di soli 15 autobus circa 2.300.000 km (2013, tram + bus), con il nuovo piano l’erogazione di contributi passò a circa 17 milioni di euro l’anno (che sono diminuiti nel corso degli anni fino ad arrivare a una erogazione nel 2017 di 12.980.000 di euro) per un totale di 4.500.000 km percorsi (nel 2016, considerando tram + bus).

Come cambia il volto dell’Atm e i progetti del Piano industriale 2018-2020 

Per compensare il disavanzo e soprattutto per rilanciare l’azienda agli occhi della città e delle banche che non erogavano più prestiti verso l’Atm, ha spiegato ancora Gaetano Cacciola, è stato necessario modificare l’assetto interno ed esterno del servizio. Dunque oltre al rinnovo del parco rotabile dei bus sono state ripristinate otto vetture del tram e, accanto all’aumento di produzione di chilometri, è stato regolarizzata l’erogazione degli stipendi al personale dipendente. Gli accordi con i sindacati sono stati riadeguati e soprattutto si è puntato a rinnovare nel personale il senso di appartenenza all’Atm. La lotta all’evasione tariffaria degli utenti e tutte le nuove procedure di miglioramento dei servizi hanno portato un aumento del valore di produzione a circa 35 milioni di euro.

Fra il 2013 e il 2017 l’aumento dei passeggeri trasportati sia su tram che su bus è stato del 211% (da 3.525.365 di utenti nel 2013 a 10.956.448 nel 2017) e il contrasto all’evasione è cresciuto del 90%. Di conseguenza anche le entrate dalle bigliettazioni sono cresciute fino ad arrivare nel 2017 a quasi 5 milioni e mezzo fra gratta e sosta, biglietti e abbonamenti. Rendendo, infine, gli ausiliari del traffico anche responsabili di effettuare multe le entrate sono state per le ztl aumentate del 879% e del 74% per le multe dalle zpl. Il nuovo piano industriale 2018-2020 è stato quindi organizzato in funzione di una crescita progressiva non soltanto del numero di utenti, ma anche di trasporti disponibili. Alla linea del tram e dei bus, infatti, si aggiungerà quella dei tredici bus elettrici che arriveranno a breve in città e che sono stati acquistati grazie ai fondi Pon Metro. Le linee guida del piano, inoltre, avevano puntato principalmente sulla diminuzione dei minuti di attesa degli utenti. (Vedi tabella riepilogativa del Piano) E sempre il Piano 2018-2020 avrebbe previsto degli investimenti strutturali e infrastrutturali al fine di rendere il servizio ancor più efficiente senza gravare sul lavoro dei dipendenti e senza produrre licenziamenti.
L’aumento del personale e il contenzioso con la Regione 
Il lavoro interinale attraverso cui gli autisti sono diventati nel 2017 per i bus 211 34 per il tram è servito a compensare i pensionamenti dell’azienda. L’organico totale dell’azienda è diventato nel 2017 pari a 532 lavoratori di cui 36 conducenti con contratto interinale. Accanto alle nuove assunzioni e in un ottica di miglioramento dell’azienda, però, è stata aumentata anche la produttività degli autisti del 200%. Nel 2013 ogni autista percorreva per il bus circa 10 mila km l’anno e per i tram 6 mila. Nel 2017 i chilometri dei conducenti degli autobus sono diventati 20 mila e per i tram 10 mila. Aumento che non ha influito sulla qualità del lavoro svolto né ha gravato suo lavoratori. La discrepanza fra la giornata di conduzione di un autista del tram che effettiva era nel 2013 di 4 ore e 30 è stata portata 5 ore e 30 trovando un accordo anche con il sindacato dell’Orsa inizialmente sul piede di guerra per la misura presa dall’azienda.

Fra le criticità riscontrate dal nuovo Presidente dell’azienda resta il mancato pagamento dei contributi previdenziali e Irpef per circa 35 milioni di euro in 4 anni. Un ritardo che pesa come voce di bilancio ma che, ha spiegato Cacciola, riguarda dei fondi la cui erogazione da parte della regione è stata comunque stanziata rendendo questa cifra non debitoria ma tardiva. Il bilancio del 2016 infatti presenta un attivo circolante di circa 37 milioni di euro (cioè il totale della disponibilità aziendale fra denaro in banca, cassa e crediti esigibili); debiti per circa 66 milioni di euro (cioè il totale dell’esposizioni, in particolare verso banche, fornitori, INPS, Erario, ecc..), quindi uno squilibrio finanziario di circa 29 milioni di euro  (soltanto 2 milioni di euro in più rispetto al 2013, dovuto proprio alla mancata copertura finanziaria dello squilibrio economico causato essenzialmente dal mancato riconoscimento dell’adeguamento dei contributi di esercizio regionali) ed un persistente patrimonio netto (cioè il capitale aziendale, costituito dal fondo di dotazione iniziale, oltre riserve, che servirebbe per finanziare l’attività aziendale da parte dell’Ente Comune di Messina) negativo per oltre 32 milioni di euro. Con il Piano di Riequilibrio Pluriennale del Comune, all’ATM verrebbe ripristinato il fondo di dotazione iniziale (peraltro adempimento comunque dovuto dal Comune ai sensi Statutari) con la conseguente situazione finanziaria di 37 milioni di attivo circolante32 milioni di capitale derivanti dal Piano di riequilibrio pluriennale e un totale di 69 milioni di euro tra crediti certi e liquidità immediata, che coprono ampiamente i circa 66 milioni di euro di debiti nei confronti dei terzi, quindi in pieno equilibrio finanziario.

Il bilancio 2017, in corso di redazione da parte del precedente management, ed il primo semestre 2018, secondo quanto spiegato ancora da Gaetano Cacciola confermeranno questi dati. Il bilancio non si è potuto chiudere da parte del vecchio management in quanto, anche dietro sollecitazione del Collegio dei revisori, l’azienda ha aderito alla così detta “rottamazione fiscale” di cui si attendeva esito. ATM ha infatti presentato entro il termine del 15 maggio 2018 a Riscossione Sicilia S.p.A. la richiesta per la rottamazione delle cartelle esattoriali con 7 istanze, per un debito complessivo (fra erario ed INPS) di circa 24 milioni di euro che, per gli effetti della rottamazione, si riduce a circa 15 milioni di euro. Per quanto riguarda i chilometri che la Regione paga molto meno a Messina (1.50€) rispetto alle città come Catania o Palermo dipende soltanto da un disequilibrio di cui, ha sottolineato Cacciola, dovrebbero farsi portavoce i rappresentati politici messinesi a Palazzo d’Orleans. A maggio 2018 il contenzioso giudiziario avviato nei confronti della Regione per circa 13 milioni di euro di contributi di esercizio per il periodo 2012 – gennaio 2016 ha registrato una svolta importante: il Tribunale di Messina ha ordinato l’espletamento di una consulenza tecnica, nominando un CTU.

La questione Leonardo Russo 

Infine, l’ex Assessore Cacciola, ha spiegato che l’affidamento dell’incarico a Leonardo Russo come esperto di Cateno De Luca in seno all’atm è stata una iniziativa dell’ing. Pizzino. La manifestazione d’interesse è stata fatta il giorno dopo le elezioni (l’11 giugno) dal dirigente del dipartimento che il 19 giugno gli ha affidato l’incarico. “Non è vero che hanno continuato il nostro operato – ha spiegato Cacciola – ma stanno favorendo semmai una loro campagna”. Oggi, ha aggiunto, il rischio è che il collegio dei revisori dei conti possa essere troppo influenzato per emettere un parere favorevole rispetto ai conti di una azienda che, nonostante la mancata approvazione dei bilanci nel periodo compreso dal 2002 al 2014, non può fallire in quanto azienda speciale.

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