L’appello accorato di De Luca: “A rischio la mia vita di Sindaco”

di Marina Pagliaro – Cateno De Luca ha finito di redigere il suo Salva Messina. Dopo le riunioni con il consiglio comunale e le parti sociali è arrivata intanto sul tavolo dei capigruppo la bozza definitiva di un documento che lunedì sarà votato in aula dal consiglio comunale. Sono delle “riflessioni a cuore aperto” quelle che introducono le quattro pagine che sintetizzano i principi generali che dovranno essere tradotti in azioni amministrative per evitare il dissesto del Comune e votare il piano di riequilibrio su vent’anni.

L’obbligo morale per De Luca è quello di “non sprecare i soldi dei cittadini fornendo servizi inefficienti a costi altissimi per i contribuenti”. Dietro il suo piano di rivoluzione dei bilanci del Comune, dove le uscite riguardano al primo posto i debiti fuori bilancio, poi le spese per il personale di Palazzo Zanca e delle società partecipate e i costi dei servizi sociali, c’è la necessità di pareggiare i bilanci fra l’ente pubblico e le società partecipate garantendo, comunque, l’efficienza dei servizi erogati.

Efficienza già smentita dai fatti di un’Atm nel caos, dopo il nuovo piano invernale e l’introduzione della linea Shuttle, e di una Messina Servizi già in difficoltà rispetto alla gestione dei rifiuti con un conseguente ed evidente ritardo nella pulizia di strade e cassonetti. Il banco di prova sarà questa prima domenica in cui si concentreranno tanto la sospensione del servizio tram, quanto il fermo della raccolta dei rifiuti, compensata invece con l’aumento di pattuglie della Municipale per multare chi non rispetterà la nuova ordinanza sindacale sul conferimento.

Ma, scrive allarmato ancora De Luca, “le casse sono vuote ed il reale deficit è a livelli quasi irrecuperabili in quanto ormai strutturale”. Il nuovo che avanza è questo Salva Messina che, privo di venature populistiche, “non appartiene alle logiche della vecchia politica – si legge – alle logiche clientelari né all’usanza di spendere a più non posso lasciando il conto da pagare a chi verrà dopo di noi”.

Dunque si ribadisce la necessità di riorganizzare il personale di Palazzo Zanca nonché quello di chiudere le cooperative che mediano fra il comune e i servizi sociali per dare il settore in gestione al Municipio. Manovra, questa, evidentemente non apprezzata dalle sigle sindacali. “È stato disarmante per me, uomo incline alla politica del fare, assistere ad un confronto sindacale basato sul no a prescindere – commenta De Luca – senza una valida controproposta che tenesse conto della disastrosa cornice finanziaria ereditata ed in grado di sostituirsi alle soluzioni da me prospettate”.

Ma la “cultura della raccomandazione” non investe soltanto le “blasonate sigle sindacali” e quindi tutti i lavoratori che ruotano attorno alle cooperative e al comune, ma anche quelle delle società partecipate, quindi Atm, AMAM e Messina Servizi che, “vero bancomat della politica e del malaffare – aggiunge ancora De Luca” sono state a più riprese saccheggiate da una parte per compensare le spese di Palazzo Zanca (soprattutto per quanto riguarda l’AMAM) o utilizzate come con una coperta evidentemente troppo corta che investiva somme non disponibili nell’attesa che il Comune poi colmasse il debito (questo il caso di Atm e Messina Servizi).

Da qui le “misure necessarie ed improcrastinabili” che il primo cittadino e gli assessori si sono assunti la responsabilità di proporre con il rischio di essere “sacrificati sull’altare dell’ignominia per aver osato metterle nero su bianco – si legge ancora – Ma noi ci siamo eretti a paladini della Svolta!”. Una svolta che dovrebbe passare per la chiusura dell’Atm e della Messina Servizi con la conseguente privatizzazione delle società che sarà votata dallo stesso consiglio comunale attraverso le cinquecento delibere propedeutiche al riequilibrio di cui De Luca si farà promotore. Ma su questo nodo si annuncia già una battaglia con i consiglieri, non tutti d’accordo nel procedere una misura tanto drastica, come emerso oggi durante la riunione dei capigruppo.

“A noi non resta altro che confidare nel buon Dio, nell’autorevolezza e nell’autonomia del Consiglio comunale che lunedì dovrà decidere se salvare Messina oppure interrompere qui la nostra esaltante esperienza rinunciando definitivamente ad un Messina bella protagonista e produttiva“. Così conclude il suo appello accorato ai messinesi, ai consiglieri e alla città che incontrerà domenica pomeriggio a Piazza Municipio nel comizio delle ore 18.

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