De Luca non abdica per le “lobby” alla sua “rivoluzione copernicana”: ma il Salva Messina è ancora incerto

Il futuro del Salva Messina è tutt’altro che certo. Se infatti i consiglieri comunali hanno approvato la cornice generale entro la quale saranno poi discusse le delibere da votare a uno a uno nei prossimi consigli comunali, dipenderà proprio da quest’ultima fitta agenda di appuntamenti fra l’amministrazione e il civico consesso la decisione finale: dichiarare il dissesto o rimodulare il piano di riequilibrio a vent’anni. “Non sarò io a dichiarare il dissesto del Comune di Messina – tuona intanto dalla sua pagina Facebook il Sindaco Cateno De Luca – Non sarò io ad amministrare Messina con bilanci falsi che occultano la situazione debitoria! Non sarò io a gestire il destino dei messinesi in assenza dei più elementari presupposti che possano garantire sicurezza – vivibilità e sviluppo”.

Ed è così che su Palazzo Zanca è tornata l’ombra della minaccia di dimissioni da parte del primo cittadino contro cui ora anche i consiglieri comunali cominciano a scagliarsi. In bilico però, oltre alla fiducia da parte dei consiglieri, potrebbe esserci comunque quella piazza che lo ha acclamato, da cui è sfuggito la settimana scorsa “causa maltempo” e che oggi incontrerà – salvo imprevisti – alle 18 a Piazza Duomo. Ma “so cosa fare e oggi lo capirete una volta per tutte! – rassicura a quanti prenderanno posto pomeriggio per ascoltarlo”.

Intanto è ferma la sua posizione di non voler dichiarare il dissesto per la città di Messina. Ma a che prezzo e attraverso quali modalità più o meno democratiche d’intervento? “Ho già detto più volte in consiglio comunale, in occasione del lungo dibattito sul “Salva Messina” – prosegue il sindaco – che non sarei mai passato alla storia per aver dichiarato il fallimento del comune di Messina: il “Salva Messina” con i tutti i provvedimenti previsti ha propria questa funzione”. E l’annuncio di messa in liquidazione dell’Atm è la prima dimostrazione della determinazione con cui De Luca vuole portare avanti il suo rigido programma anti-dissesto.

Tuttavia, il ferro dietro la porta bisogna sempre metterlo. E così anche il primo cittadino appone una clausola alla sua missione per Messina: “Se non si ottengono almeno 10 milioni di euro annuali di nuove entrate (lotta all’evasione) ed almeno 10 milioni di euro di risparmi annuali sull’attuale bilancio comunale e non si tagliano gli sprechi nelle partecipate non c’è alcuna prospettiva di avere una città normale che possa rialzarsi dal fango nel quale annaspa”. Dunque si torna alla questione che ha determinato una definitiva rottura fra l’Amministrazione e i sindacati: privatizzazione di Atm e MessinaServizi e tagli del 50% ai servizi sociali, oltre alla rimodulazione (con potenziale esubero) del personale di Palazzo Zanca.

Ma se ci saranno altre sorprese il vaso di Pandora sarà aperto questo pomeriggio a Piazza Municipio, “con il supporto di immagini documentali – sottolinea De Luca -Non mi interessa amministrare debiti e non mi interessa amministrare le partenze dei nostri giovani verso terre più fortunate. Chiedo alla città di reagire e di far sentire la propria voce per fermare le lobby che si sono già messe in movimento per fermare questa rivoluzione copernicana“. (Mar.Pa.)

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