Barcellona P.G. (ME): i Carabinieri di Falcone arrestano tre soggetti per estorsione, furto e spaccio di sostanze stupefacenti

All’alba di oggi, nei Comuni di Falcone e Merì, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Patti (ME), su richiesta della locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Angelo Cavallo, a carico di S.M., 27enne, T.O., 29enne, cittadino straniero e B.G., 19enne, ritenuti responsabili – a vario titolo –  di spaccio di sostanze stupefacenti nonché di estorsione, furto aggravato in concorso e ricettazione, ai danni di tre persone del luogo, due uomini ed una donna.

Il provvedimento restrittivo scaturisce dall’indagine, condotta dalla Stazione Carabinieri di Falcone tra il settembre del 2017 ed il luglio 2018, a seguito della denuncia – querela presentata da una donna che aveva subito il furto del proprio telefono cellulare da parte di uno degli arrestati, quale corrispettivo della cessione di modiche quantità di sostanze stupefacenti.

La vittima, pur avendo richiesto più volte la restituzione del telefono cellulare, prospettando la volontà di denunciare gli autori del furto, non ha mai ricevuto indietro il proprio telefono, anzi, dopo aver denunciato l’accaduto è stata vittima di diverse minacce di morte.

I tre arrestati per ottenere la remissione della querela, inoltre, hanno, più volte, minacciato la vittima, richiedendole anche somme di denaro che variavano dai 50 ai 200 euro, senza però riuscire nell’intento.  Pertanto, in diverse circostanze, hanno minacciato persone vicine alla donna, un uomo a lei vicino ed un commerciante presso il quale aveva effettuato degli acquisti, riuscendo a farsi consegnare dai due, complessivamente, 100 euro ed hanno continuato ad avvicinare  la donna e le persone a lei vicine, chiedendo, con gravi minacce, anche ulteriori somme di importo superiore rispetto a quelle già ottenute.

In definitiva, l’inchiesta ha messo in luce un meccanismo ben collaudato dai tre soggetti, i quali, facendo leva su asseriti e talvolta reali debiti di droga, cercavano di recuperare oltremodo la somma pretesa con atti di vera prevaricazione nei confronti della parte offesa che, per timore di possibili ritorsioni e violenze, è stata costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, adottando tutti quegli accorgimenti necessari ad evitarli.

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