L’arrivo di Michel de Montaigne a Barcellona P.G.

di Carmen Fasolo – Un incontro suggestivo e appassionante quello organizzato, venerdì scorso, dalla Biblioteca Comunale “Nannino Di Giovanni” di Barcellona Pozzo di Gotto in collaborazione con la Biblioteca delle donne “Adelasia del Vasto”.
Con l’intervento di Maria Rosa Naselli, avvenuto dopo i saluti istituzionali dell’Assessora alla Cultura Ilenia Torre, e quello dell’architetta Mimmarosa Barresi è stato possibile effettuare uno straordinario e suggestivo viaggio.
La “dotta confabulatio”, dal titolo “Michel Eyquem de Montaigne e l’eterno femminino”, è nata quasi per caso, così come Maria Rosa Naselli racconta. Un giorno, infatti, durante la catalogazione del patrimonio librario (che conta circa 50mila volumi), la bibliotecaria si imbatté in un volumetto e ne rimase affascinata insieme alla collega Santina Salmeri. Incontrando, successivamente, Mimmarosa Barresi, e mostrando il ritrovamento, l’intesa fu quasi immediata e si trasformò subito in entusiasmo organizzativo.

Il libro in questione è il Giornale del viaggio di Michel de Montaigne in Italia, una particolare edizione, curata nel 1958 per i tipi di Parenti editore, composta da tre volumi, con la prefazione di Guido Piovene e l’introduzione critica di Glauco Natoli.
Montaigne, vissuto nel XVI secolo, arrivò in Italia attraverso un viaggio che lui e il suo scriba – che oggi non faremmo fatica a chiamare segretario – fecero e raccontarono.
Particolarmente interessante, agli occhi di Naselli e Salmeri – che curano con passione e amore la Biblioteca, e non di certo per fredda esecuzione lavorativa – fu l’apparato iconografico del libro. A fianco alle considerazioni sulle donne effettuate dal filosofo francese, c’erano infatti immagini di donne di varie classi sociali, mentre indossavano i loro vestiti e avevano le loro acconciature.
Questi i motivi per cui, attraverso le parole di Maria Rosa Naselli prima e di Mimmarosa Barresi poi, il pubblico – numeroso e attento – ha potuto attraversare l’affascinante viaggio del signorotto Michel de Montaigne, nobile in tempo tardo.
Chi ama la letteratura sa che la narrazione dei viaggi in Italia non è un “evento” inedito. Basti pensare allo scrittore e poeta, oltre che morfologo, Goethe, vissuto tra il XVIII e il XIX secolo. Citiamo Goethe proprio perché da lui si sviluppa la coppia verbale “eterno femminino”, intesa come quella meta ambita dagli uomini e che gli stessi possono raggiungere attraverso le donne.
Così, il nostro Montaigne, affascinato dalla vita ma annoiato da quella con la moglie, si avventura in Italia per curare il “mal di pietra”, cioè la calcolosi renale di cui dolorosamente soffriva (tanto da descriverne minuziosamente la terapia alle Terme).
La ricerca della vita e della bellezza avviene, dunque, anche in Italia. Ma tale incontro un po’ delude il nostro uomo francese che talune volte non esita a rammentare la bruttezza di alcune donne italiane incontrate e la difficoltà a trovarne di belle.
La sua capacità, sottilmente ironica e naturale, di ricordare le movenze femminili e il rapporto con le donne ci arriva dalla lettura dello straordinario Giovanni Corica, che non solo indossa i costumi di scena, ma quasi ci permette di sentire il pensiero di Montaigne contenuto nel “Journal du voyage en Italie par la Suisse et l’Allemagne”.
C’è da dire che il nostro Montaigne, anziché raggiungere l’Italia attraverso la Francia, passa dalla Svizzera e dalla Germania e arriva in Italia passando dal Tirolo. Il suo viaggio viene scritto in bilingue: metà francese (scritto in terza persona dal suo scriba) e metà in italiano (scritto direttamente dal nostro).
Singolare non è tanto il fatto che il viaggio fu intrapreso con a seguito parenti ed amici, quanto per il fatto che il diario non fu scritto con la finalità di una pubblicazione. Tanto che fu abbandonato dallo stesso autore in una vecchia biblioteca, per essere scoperto, anni dopo, dall’abate Joseph Prunis.
Tornando all’eterno femminino, ravvisabile senza dubbio anche in Montaigne, esso viene impersonato da Marie de Gournay, di cui lo stesso filosofo parla. Non è dato sapere se i due ebbero una relazione, di sicuro ci fu un rapporto intenso e affettuoso.
L’evento in Biblioteca ha confermato ciò che già la città di Barcellona Pozzo di Gotto sa: il sacrario dei libri per eccellenza ha organizzato, ancora una volta, un incontro di estrema qualità, curato nei dettagli e impreziosito dalla professionalità di Maria Rosa Naselli, Santina Salmeri, Mimmarosa Barresi e senza dubbio anche da Giovanni Corica.
A chiusura dell’incontro, è stato offerto un gustosissimo assaggio di dolci tipici del Rinascimento.

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