De Luca, il Pon Metro e le piume del pavone

di Renato Accorinti – Chiunque abbia un minimo di conoscenza dell’amministrazione sa che la rendicontazione è l’ultimo anello di una lunga catena di atti che non si compiono in quattro mesi. Ci vogliono prima: progettazione, approvazione, pubblicazione del bando, gara, appalto, contratto, realizzazione, verifica (o collaudo), compimento degli atti di spesa. Se oggi si rendicontano 14 milioni è perché negli anni scorsi l’amministrazione Accorinti ha lavorato in maniera adeguata su: pianificazione, finanziamento, assetto istituzionale e attuazione dei progetti. Bravi gli uffici, che hanno rispettato il cronoprogramma a suo tempo definito.

La tabella di marcia prevedeva di rendicontare 13,8 milioni entro il 2018 per poter aspirare alla premialità e, nel rispetto di quanto predisposto dall’amministrazione Accorinti, oggi si rendiconta il 106%.

L’assessore Previti dice tante cose infondate. 1) Fa intendere che i soldi si potevano spendere a partire da agosto 2016. NON E’ VERO: l’atto di delega dà il via all’iter che, da progettazione, bandi, ecc., si compie OGGI con la spesa. 2) Dice che l’autorità di gestione ci avrebbe strigliato ad agosto. NON E’ VERO: da agosto scorso l’amministrazione parla di un fantomatico rapporto sulla precedente riunione di Venezia, di cui però gli uffici non sono a conoscenza, o non hanno portato a conoscenza la giunta Accorinti. 3) Sostiene che il punto di svolta è stata la costituzione dell’Ufficio progettazione europea. NON E’ VERO: il PON-metro ha una struttura di gestione specifica, codificata e approvata da Roma, che – nel caso di Messina – è stata presa come modello a livello regionale; 4) Ribadisce che a giugno eravamo “indietrissimo”, avendo rendicontato appena 3 milioni. NON E’ VERO: il cronoprogramma prevedeva la rendicontazione di 13,8 milioni per la fine del 2018; ciò che è stato fatto grazie ai progetti della giunta Accorinti.

Ma sul PON-Metro c’era altro: c’erano 10 milioni già banditi per il settore del sociale (asse 3 del PON-Metro), che l’amministrazione De Luca ha revocato. C’era il progetto importantissimo per la mobilità urbana ed extra-urbana dell’hub multimodale presso la stazione, sacrificato per le piste ciclabili di Torre Faro (dalla logica di delle infrastrutture di sistema condivise con RFI si passa a quella degli interventi ad hoc, di possibile sapore elettorale). C’erano progetti sulla trasparenza amministrativa falsamente descritti come doppioni: in realtà l’amministrazione De Luca cancella il tema della trasparenza che aveva portato la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo a finanziare Messina con fondi aggiuntivi che, oggi, si spostano su altre città più sensibili al tema. Bravi gli uffici, dicevamo. Meno brava l’amministrazione De Luca.

La rendicontazione riguarda progetti precedenti (esemplare il caso dei bus elettrici), mentre – se è vero che quasi il 30% dei progetti totali non è ammesso a finanziamento – la rimodulazione non ha saputo mobilitare i fondi disponibili e mette a rischio il raggiungimento dei risultati e gli stessi finanziamenti integrali. Col Pon-metro si rivede il bluff dei 50 milioni “scoperti” da De Luca ad agosto: semplicemente, non c’erano. L’amministrazione si fa bella mettendosi addosso le piume del pavone.

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