Commissione Antimafia, via libera alla relazione sul Sistema Montante

Il voto all’unanimità della Commissione regionale Antimafia su un argomento così delicato rafforza il Parlamento siciliano e dimostra ancora una volta che tutti i partiti sono a favore della legalità. Se, poi, all’interno dei partiti c’è qualcuno che pensa il contrario, sbaglia”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, che ha voluto dare il proprio saluto ai componenti della commissione, presieduta da Claudio Fava, riunita per votare la relazione finale sul cosiddetto “Sistema Montante” affidata al deputato di Centopassi.

“Un governo parallelo che ha occupato militarmente le istituzioni regionali – ha relazionato Fava –  e che ha spostato i luoghi della decisione e dell’indirizzo politico fuori dai palazzi. Tutto questo utilizzando la lotta alla mafia come salvancondotto, la chiave che avrebbe dovuto spalancare ogni porta. Una antimafia dei padroni e degli affari”.

 “I partiti politici sono una cosa seria e non quelle organizzazioni che qualcuno ha voluto dipingere in maniera diversa da quello che sono – ha ribadito Miccichè -. Il voto di oggi mi rende particolarmente contento”, ha concluso.

Il presidente dell’organismo parlamentare che ha presentato oggi a Palazzo dei Normanni i risultati delle indagini svolte e la relazione conclusiva votata all’unanimità, ha sottolineato come “Siamo di fronte a un sistema che non riguarda solo Montante, ma è un sistema a cui tanti hanno dato benevolenza e complicità. Un sistema che è stato protetto. Una protezione che ha attraversato tutti i livelli istituzionali, fino ai punti più apicali”.

Proseguendo, ha ribadito il concetto più forte: “Un pezzo di pubblica amministrazione è stato asservito in modo militare, pretendendo che l’Assessorato regionale alle Attività produttive fosse una propaggine degli interessi di Confindustria. Tutto questo con l’intervento della burocrazia regionale. Gli assessori, infatti, cambiano ma ciò che conta è l’aspetto amministrativo”, ha spiegato Fava, deputato dei Centopassi. “A questo proposito – ha aggiunto – abbiamo potuto verificare due metodi utilizzati nei confronti dei dirigenti: quelli da premiare perché disponibili all’obbedienza e quelli che andavano cacciati via. Liste di proscrizione che venivano elaborate a tavolino, in cui si decideva chi avrebbe dovuto lasciare l’assessorato”.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it