Chiusura Radio Radicale, a Messina mozione in consiglio comunale di Alessandro De Leo (Più Europa)

Una mozione depositata dal consigliere di Più Europa Alessandro De Leo e firmata da tutti i membri del consiglio comunale tranne Lega e M5Stelle. Si tratta di una richiesta rivolta al Sindaco, alla Giunta e alla Presidenza del Consiglio di Messina perchè facciano “appello al Governo italiano affinchè lo stesso possa cambiare la propria decisione e rinnovare la convenzione necessaria ed urgente, per esercitare il diritto alla conoscenza”.

Una mozione firmata trasversalmente dall’aula che potrebbe votarla già nel prossimo consiglio, e che De Leo, coordinatore cittadino di Più Europa ha presentato il 16 aprile 2019, proprio nel giorno in cui il sottosegretario con delega all’Editoria, Vito Crimi, conferma l’orientamento sui destini dell’emittente che, da quasi 44 anni, “svolge attività di informazione di interesse generale”, come lo stesso governo ha riconosciuto.

L’appello a non spegnere Radio radicale sta coinvolgendo cittadini ed istituzioni in tutto il territorio nazionale, che hanno rilanciato la richiesta di aiuto da parte della redazione di Radio Radicale preoccupata per l’imminente scadenza della convenzione con lo Stato Italiano senza la quale verrebbe meno la possibilità di trasmissione dei programmi radiofonici e la conseguente ed inevitabile chiusura dell’emittente stessa. 

I firmatari della mozione che rappresentano tutto il consiglio comunale, tranne i reppresentanti del governo giallo-verde, sottolineano come ” Radio Radicale trasmette in diretta le sedute del Parlamento, segue le attività della Corte Costituzionale, del Consiglio Superiore della Magistratura, i più importanti processi giudiziari e le più importanti attività culturali e sociali:  in questi ultimi 40 anni, 19 mila sedute del parlamento, 6700 processi e 4.400 convegni; ha dato voce ai diritti dei detenuti e la scienza, ha messo in onda servizi, su temi a zero appeal commerciale e radiofonico, come la droga, l’America Latina, l’ambiente, il lavoro, la tecnologia. La politica, tout court. 

L’archivio di Radio Radicale è assolutamente prezioso e completamente complementare con l’archivio della Rai: una fonte preziosa per la storiografia contemporanea e per chiunque, a livello di documentario radiofonico, voglia ricostruire la storia, per lo meno della seconda parte del Novecento;

Negli ultimi 20 anni ciò è stato possibile grazie alla stipula di una convenzione con lo Stato Italiano, convenzione che lo stesso ha deciso di non rinnovare e pertanto, considerato il breve lasso di tempo che porterà alla definitiva chiusura della Radio, si fa appello al governo affinchè possa rivedere e modificare la propria decisione;

I rappresentanti di Radio Radicale “voce di libertà” auspicano che il governo nazionale possa, nei fatti evitarne la chiusura, convinti che il diritto alla conoscenza sia fondamentale per un paese libero e democratico, diritto con il quale altresì i cittadini tutti possano avere una propria opinione senza essere condizionati da un’informazione distorta e di parte”.

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