L’arcivescovo Monsignor Accolla esorta il clero ad una carità vera

di fra Giuseppe Maggiore – In una Cattedrale gremita, l’Arcivescovo monsignor Giovanni Accolla accompagnato dal Vescovo ausiliare monsignor Cesare Di Pietro, hanno celebrato insieme ai sacerdoti diocesani e ai tanti sacerdoti appartenenti ai vari ordini e congregazioni religiose che operano nell’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, la Messa Crismale.

A presiedere questa solenne celebrazione è stato Monsignor Accolla, nel pomeriggio nelle varie parrocchie seguirà la celebrazione della Messa vespertina “in Coena Domini”.

A introdurre la solenne celebrazione è toccato al Vescovo Don Cesare Di Pietro: “Sono lieto di entrare sacramentalmente in questo santo tempio, luogo di nascita del nostro sacerdozio” ha affermato il giovane vescovo, con commozione. Ha poi ricordato gli anniversari sacerdotali di diversi sacerdoti messinesi, tra cui il Cardinale Monsignor Montenegro, per tutti don Franco, che compie cinquant’anni di ordinazione presbiterale.

Un ricordo particolare è stato riservato anche a Monsignor Marra deceduto l’anno scorso e a Monsignor La Piana che svolge il suo servizio a Roma. Sono stati ricordati anche quei vescovi e sacerdoti appartenenti alla diocesi messinese che operano in terra di missione.

Nell’omelia l’arcivescovo don Giovanni Accolla ha rivolto un primo pensiero e la sua preghiera per tutti i sacerdoti anziani e anche giovani che sono gravemente ammalati.

Poi rivolgendosi a tutti i sacerdoti presenti, ringraziandoli per il servizio ministeriale che svolgono in diocesi e nelle parrocchie, li ha richiamati alla vigilanza.

“Dobbiamo sostenerci a vicenda con la preghiera e la vigilanza. Dobbiamo vigilare, perché il sacerdozio è un dono incommensurabile, un dono che è per noi e per i fratelli”, ha continuato l’arcivescovo. Sarebbe bello vedere i sacerdoti pregare assieme e fare fraternità soprattutto nella preghiera, questa fraternità allargarla anche ai fedeli, in modo da fare fraternità anche con loro”.

Facendo riferimento alla Parola di Dio ascoltata ha affermato che i poveri sono i preferiti di Jahvè. Cristo è venuto per annunciare il lieto annuncio ai poveri.

In un crescente individualismo e nazionalismo, la povertà sta crescendo ancor di più. In questo contesto il sacerdote deve trasformare la preghiera in azione. Vescovi e presbiteri siamo servi del popolo santo di Dio, siamo unti da Dio e siamo presenza di Cristo che ama i poveri” queste le parole dell’arcivescovo che ha continuato ad esortare il clero messinese ad una carità vera, senza secondi fini, soprattutto economici. Una carità priva da ogni forma di assistenzialismo e che coinvolga e sensibilizzi tutti.

“Possa nascere la sensibilità alla carità. La carità ci impone di saperci spendere talmente per i fratelli senza far nessun tipo di discriminazione.”- ha spiegato l’arcivescovo- “La carità nasce dallo sguardo all’Eucarestia, motivo fondamentale della nostra carità” ed ancora “La chiesa non ha bisogno né di manager e ne di burocrati ma di veri pastori e servi che sanno amare”

L’omelia di Monsignor Accola è stata in linea con quella di Papa Francesco che ha raccomandato al clero di sporcarsi le mani con la gente, ed evitare il clericalismo purtroppo presente in molte diocesi.

Dopo l’omelia i sacerdoti presenti hanno rinnovato le promesse sacerdotali fatte il giorno della loro ordinazione.

Subito dopo monsignor Accolla ha consacrato il Sacro Crisma, l’olio benedetto che si utilizzerà tutto l’anno successivo per i Sacramenti di Battesimo, Confermazione e Ordinazione, e gli altri tre olii usati per Battesimo, Unzione degli infermi e per ungere i catecumeni.

Alla fine della celebrazione ha raccomandato ai fedeli di amare e pregare per tutti i sacerdoti, oltre che per lui per don Cesare suo primo collaboratore.

Don Tonino Bello parlava degli strumenti del servizio da regalare ai propri sacerdoti: un’anfora, un catino e un asciugatoio, usati da Gesù durante l’ultima cena. Sarebbe bello che ogni sacerdote possa avere questi utensili per ricordare quotidianamente di svolgere evangelicamente il suo ministero di pastore e servo.

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