Veglia di preghiera e riflessione per le vittime nello Sri Lanka, contro ogni forma di conflitto e terrorismo

Domenica 28 aprile, alle ore 21.00, nella Chiesa di “S. Elia” (via Sant’Elia – Messina),
l’Arcivescovo Mons. Giovanni Accolla presiederà la Veglia di preghiera e riflessione
per le vittime degli attentati che hanno insanguinato lo Sri Lanka nel giorno di Pasqua e
per tutte le situazioni di conflitto e terrorismo che attraversano ogni latitudine del nostro
pianeta.
Un momento fortemente voluto dal Pastore della nostra Chiesa locale per stare accanto
alla numerosa comunità srilankese di Messina, la prima per numero di presenze con quasi
4.000 residenti. Una comunità che si è ritagliata un posto importante nel comparto
lavorativo dell’assistenza alla persona e della collaborazione domestica e che ha
sviluppato nel tempo un protagonismo nel lavoro autonomo e nell’imprenditoria. Una
comunità che ha vissuto con sgomento e dolore le notizie che giungevano dal Paese, ma
che ha reagito con tutta la forza e la dignità di chi ha conosciuto la violenza e il lutto per
tanti anni di guerra civile e per i disastri delle calamità naturali.
La Veglia si svolgerà nella Chiesa di S. Elia, sede della cappellania cattolica srilankese e
rettoria dedicata alla promozione della pastorale per le migrazioni. I volontari dell’Ufficio
diocesano Migrantes, diretto dal diacono Santino Tornesi, e i fedeli dello Sri Lanka,
coordinati dal cappellano, padre Phillip Perera, animeranno il momento di preghiera e
riflessione.
Alla celebrazione saranno presenti i rappresentanti di altre religioni per condividere la
vicinanza alla comunità srilankese, nella consapevolezza che, come si legge nel documento
congiunto di Papa Francesco e del Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, “Il terrorismo
esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone, sia in Oriente che in Occidente, sia a
Nord che a Sud, spargendo panico, terrore e pessimismo non è dovuto alla religione –
anche se i terroristi la strumentalizzano – ma è dovuto alle accumulate interpretazioni
errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di
arroganza”.

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