#iostoconCarola: perchè ha fatto quello che era obbligata a fare

di Marco Perduca* – #iostoconCarola per il semplice motivo che ha fatto quello che era obbligata a fare:

-ha portato in salvo delle persone in acuto bisogno di assistenza psico-fisica come previsto dal diritto internazionale. Forse, se fosse stata una cittadina qualunque avrebbe fatto un post coll’impolitico slogan “restiamo umani” – che detto tra noi è solo una formula egoistica di chi un po’ non sa cosa fare, un po’ ha sempre votato quelli che a chiacchiere erano buonisti, ma una volta al governo non han MAI fatto niente di diametralmente opposto ai cattivisti.

E lo ha fatto forzando non tanto le leggi quanto chi, in maniera molto soft va detto – anche perché sicuramente sapeva di non essere nel giusto – si è frapposto fisicamente tra la nave di salvataggio e il porto sicuro.

la “non-violenza” dell’atto della Carola sta nell’essersi assunta la responsabilità di affermare la propria coscienza di fronte a una doppia ingiustizia – da una parte un’incertezza di decisioni politiche che stavano cercando di gestire il (non) problema, dall’altra una serie di leggi di recente adozione che impediscono il pieno rispetto degli obblighi internazionali della repubblica italiana in materia di salvataggio in mare e successiva garanzia di protezione a chi ne ha – o non ne ha (ma questo si scopre solo dopo una serie di interviste individuali) – bisogno.

Fare previsioni su cosa accadrà è difficile, e per certi versi anche inutile. Se dovessimo giudicare dalla giurisprudenza, o anche dalla qualità del lavoro delle procure siciliane, si potrebbe dire che tra qualche settimana tutto sarà solo un ricordo (molto sbiadito) – un po’ perché i capi di imputazione son stati compilati ad michiam (da notare che in Sicilia ci son problemi di rilevanza mondiale legati alla criminalità organizzata e questi hanno anche il tempo degli “atti dovuti” ma tant’è) un po’ perché comunque non siamo di fronte a condotte criminali.

Però, la linearità dei comportamenti di Carola Rakete, molto meno obliqua dell’altro tedesco della Jugend Rettet, per dirne uno, potrebbe farci intravedere un processo. Un processo in cui chi accusa viene messo sotto accusa. Chi parla di atto ostile contro l’Italia (tocca leggere anche queste corbellerie sia da membri del governo che dell’opposizione di centro-destra) dovrà rispondere, legalmente, al esser venuto meno ai propri obblighi internazionali e, politicamente, all’aver ingigantito un problema che è tale per chi scappa e non chi “subisce un’invasione”. Sicuramente poi non succederà nulla né penalmente né politicamente, ma se il processo verrà raccontato laicamente e con onestà intellettuale – oltre che in punto di diritto – si toglieranno dal campo molte mistificazioni.

Altre due cose a proposito di onestà intellettuale:

l’unico parlamentare a bordo della SeaWatch 3 che ha continuato a fare quello che ha sempre fatto relativamente all’immigrazione era Riccardo Magi, da solo e con Radicali italiani ha non solo manifestato attenzione costante al problema e raccolto firme per modificare parte delle leggi che restano un problema strutturale in Italia quando si parla di “arrivi”; ha inoltre sottoscritto interrogazioni, interpellanze ed esposti contro le condotte – spesso criminali – di governi italiani in questo campo.

La seconda è relativa al PD, a una parte ma dell’ex partito al governo per 5 anni coi numeri per fare quel che era necessario fare: riformare la Boss-Fini, delineare le SAR confinanti con la propria, seguire criticamente la formazione di governi in Libia e, soprattutto, non creare le condizioni per stigmatizzare prima, e criminalizzare poi, le ONG che, a seguito della chiusura dell’operazione Mare Nostrum si erano sostituite agli stati per garantire il pieno rispetto del diritto internazionale e salvare centinaia di migliaia di vite umane.

I parlamentari del PD, e anche quel furbone di Fratoianni che sicuramente ha un ottimo ufficio stampa, questi signori hanno rilasciato delle dichiarazioni come se stessero al governo. Da una parte perché hanno il complesso dello statista frustrato, dall’altra perché hanno spianato la strada a questi imbecilli che non solo esultano quando qualcuno viene arrestato mentre fa il proprio dovere, ma aizzano il popolo bue perché si senta autorizzato a offendere e minacciare il “colpevole”.

Mi hanno sempre fatto ridere (o schifo) le letture psicologistiche dei fatti politici, ma qui c’è veramente di che divertirsi.

E siccome devono aver a che fare con una donna che ne ha fatte e viste tante, che ha viaggiato, che parla le lingue, che ha il sostegno dei famigliari e viene da un un paese ricco e potente, ci sarà da divertirsi.

Anche in queste ore di patetica ammuina europea alla ricerca di qualcuno che metta la faccia al posto di quello che in teoria era il famoso SpitzenKandidat più votato alle scorse elezioni di maggio.

 

*senatore Radicale 2008 – 2013

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