Sequestrata la barca di Mediterranea, così finisce l’ultimo braccio di ferro governo-ong

“Siamo felici per le straordinarie persone che abbiamo avuto il privilegio di aiutare”. Questo il commento dell’equipaggio di Alex, il veliero di Mediterranea, che ha deciso di forzare il blocco imposto dal Viminale per sbarcare i naufraghi soccorsi che stanno adesso ricevendo cura e assistenza. Ricordiamo che ci sono donne e bambine, come la piccola Jasmine, ieri immortalata dai giornalisti mentre faceva colazione a bordo dopo tre giorni di digiuno che hanno preceduto il soccorso.

La Guardia di finanza ha notificato al capitano della Alex (il deputato Erasmo Palazzotto) il decreto di sequestro della nave, e l’apertura a suo carico delle indagini per il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. La notizia dell’intero equipaggio indagato risulta invece priva di fondamento.

Il capo missione della ong Mediterranea, oltre che parlamentare Leu, Erasmo Palazzotto, ha comunicato all’Ansa che i legali dell’organizzazione hanno presentato un esposto alla procura di Agrigento, prima dell’attracco a Lampedusa, sulle procedure che sono state eseguite nei confronti della Alex. Al veliero infatti era stato intimato dalle autorità italiane di raggiungere Malta come «porto sicuro».

La Procura di Agrigento ha confermato di aver ricevuto l’esposto e nelle prossime ore valuterà le eventuali iniziative da adottare. Secondo il contenuto dell’esposto, l’intimazione ad andare a Malta come «porto sicuro» avrebbe messo in pericolo la vita dei migranti soccorsi dalla Ong.

 

 

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