Tindari Festival: quel file rouge tra passato e presente per difendere le radici della kermesse e “R-esistere” alle difficoltà economiche e burocratiche

Si è aperta nel ricordo del maestro Andrea Camilleri la conferenza stampa di presentazione del 63° Tindari Festival. Proprio a Tindari l’indimenticato scrittore, sceneggiatore e drammaturgo ha firmato un paio di regie importanti al fianco dell’attore messinese Massimo Mollica, al quale era legato da una profonda amicizia sfociata, ben presto, in sodalizio artistico. È dalla forza suggestiva ed evocativa di ricordi e aneddoti, testimonianze di quell’indissolubile legame tra il teatro greco di Tindari e alcune figure straordinarie nel panorama artistico e culturale italiano, che la kermesse trae nuova linfa per alimentare il  fuoco della “R-esistenza”.

Da qui un’imprescindibile riflessione da parte di chi, come Anna Ricciardi, direttore artistico del festival ormai da sette anni, ha cercato, con tenacia e dedizione, di difendere e  consolidare l’identità di un palinsesto costruito con l’obiettivo di proporre innovazione, muovendosi costantemente nel solco di una tradizione che ha reso grande uno dei festival più antichi di Sicilia, pur nelle enormi difficoltà  dovute a contingenze di natura burocratica ed economica.

 «È chiaro a tutti – ha esordito La Ricciardi – che il Tindari Festival ha subìto, negli anni, una sostanziale decurtazione di risorse, con i finanziamenti regionali ridotti dai centomila euro del 2010 ai pochi spiccioli odierni. Questo, tuttavia, non ci ha scoraggiati nell’insistere in un obiettivo ben preciso: salvaguardare il valore culturale del festival. Quest’anno i disagi sono stati anche di natura burocratica e amministrativa, tant’è che siamo stati travolti dalle nuove direttive regionali che hanno reso difficile e farraginosa  l’intera programmazione. Ma grazie alla lucidità e alla sagacia del sindaco Aquino siamo riusciti ad intraprendere proficui colloqui con le istituzioni regionali. La nostra é stata una “R-esistenza” in cui la forza e l’amore sono stati fondanti e propulsivi  per riuscire a spalancare i cancelli del teatro. Desidero ringraziare il sindaco Aquino, il prof. Filippo Amoroso del Teatro dei Due Mari, Alberto Quartana  di Indiegeno Fest, il Coro Lirico Siciliano, la Diocesi di Patti  e  l’Università E-campus. Grazie a queste sinergie il Tindari Festival si esprimerà a 360 gradi, muovendosi in tutte le multiformi espressioni artistiche: la lirica, la prosa, la danza e la musica, non tralasciando mostre ed eventi».

Entusiasmo ed emozione sono i sentimenti scolpiti sul volto del primo cittadino pattese: «Sarà una 63esima edizione all’altezza della storia di questa kermesse, un’edizione – ha dichiarato Mauro Aquino – particolarmente ricca e variegata nei contenuti, con teatro, cabaret, opera e musica di altissimo livello. E variegate saranno anche le location: non solo teatro greco, luogo straordinario che l’intero mondo ci invidia, ma anche Centro storico, Laghetti di Marinello, Patti Marina e, in particolare, la Villa Pisani, che per l’occasione sarà trasformata in un piccolo teatro che ospiterà parecchi eventi. L’augurio  che faccio a tutti – ha concluso l’amministratore pattese  – è di poter assistere a quanti più spettacoli possibile, perché anche gli spettatori saranno protagonisti di prim’ordine di questa 63esima edizione».

«È per me un onore – è il commento dell’assessore al turismo Cesare Messina essere stato immesso in questo straordinario fiume in pena che è l’organizzazione del festival nella sua interezza. Un festival che, malgrado le difficoltà oggettive, stiamo portando avanti grazie all’impegno degli uffici comunali e di chi, silenziosamente, lavora ogni giorno dietro le quinte. Il Tindari Festival è un’occasione unica per promuovere sia la cultura che l’intero settore turistico del territorio. La kermesse è senza dubbio un gran bel biglietto da visita che bisogna saper sfruttare grazie all’impegno di tutti».

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