Lampedusa si mobilita per Open Arms, intanto continua il vergognoso ricatto politico

“Noi da qui non ce ne andiamo finché non scendono tutt*”. Così anche la scorsa notte le lanterne sono rimaste accese sul sagrato della Chiesa di San Gerlando a Lampedusa dove il Forum Solidale di cui fa parte anche il Parroco Son Carmelo resta a sentinella di quell’umanità distratta dalle vacanze d’agosto.

I 107 naufraghi sono ammassati da 17 giorni sul ponte dell’imbarcazione, dormono per terra senza alcun materassino, si coprono con lenzuoli e tovaglie, e secondo la Ong sono psicologicamente stremati.

Ma il ministro dell’Inferno e certa propaganda non sono ancora sazi di tanta sofferenza. Mentre Salvini e Di Maio giocano alla crisi di governo, degli esseri umani sono sotto il sole d’agosto a morire di caldo dopo essere scappati da guerre, fame, violenze, stupri. In 27 hanno messo piede a terra: tutti minorenni, provenienti da Mali, Ciad, Sudan ed Eritrea.

Per gli altri la commissione medica ha dichiarato che sono “molto stanchi e provati dalla lunga permanenza sulla barca”, ma non sarebbero emerse “patologie particolari importanti, dal punto di vista medico”. La relazione stilata dalla Squadra mobile di Agrigento che ieri ha ispezionato per oltre tre ora la nave Ong, con gli uomini della Guardia costiera e due medici della Sanità marittima, è adesso al vaglio della Procura di Agrigento che indaga per sequestro di persona e per violenza privata.

Intanto mentre restano bloccate le persone sulla Open Arms, a Lampedusa sono appena arrivate con la Capitaneria di Porto 56 persone provenienti dalla Tunisia. (pal.ma)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it