De Luca sui dirigenti: «O accettano nuove regole o sono fuori»

“Premetto che la figura del dirigente è importante perché la parte politica ha il potere d’indirizzo ma la gestione all’interno di un Comune tocca proprio alle figure apicali di una pubblica amministrazione. A Messina c’erano 23 dirigenti, ognuno dei quali costa circa 150 mila euro l’anno. Tale somma comprende lo stipendio tabellare e la retribuzione aggiuntiva che si divide tra indennità di risultato e quella di posizione. Nel mio programma amministrativo era prevista la riduzione di tali figure, da 23 a 5 unità. Alla fine abbiamo trovato un compromesso per ridurre a 9 l’iniziale cifra in dotazione organica. Lo scorso 4 settembre abbiamo mandato una nota ai dirigenti superstiti – perché molti si sono rottamati da soli, altri noi mandandoli in pensione – ovvero 13. Di questi ne dobbiamo scegliere 9. Con l’interpello inviato, in sostanza si chiedeva quale eventuale dipartimento sarebbe stato più idoneo per ricoprire le proprie mansioni. Ho chiesto di fatto anche la disponibilità a continuare a collaborare con me”. A riferirlo è il Sindaco del comune di Messina, on. Cateno De Luca.

«Oggi – continua il primo cittadino – alle 14 è scaduto l’interpello. La risposta è stata che dei 12 dirigenti – perché uno era a tempo determinato, quindi automaticamente fuori a partire dal 1 ottobre – solo 2 hanno risposto, mentre gli altri 10 si sono rivolti ai sindacati di appartenenza rifiutandosi di dare la propria disponibilità ad assumere l’eventuale nuovo incarico. Tutto questo perché se prima non gli diciamo quanto sarà il loro guadagno nello spostamento dipartimentale, loro non si rendono disponibili a svolgere il ruolo apicale in nuovi dipartimenti. Premetto che l’attuale pesatura – termine che identifica la retribuzione – è vigente, quindi qualora sarà modificata lo decideremo noi, con i nostri tempi».

«Forse hanno capito che la musica è cambiata – sottolinea De Luca – e non sono più i padroni del pastificio? Dal 1 ottobre già tre di loro saranno messi in indisponibilità, quindi se entro 2 anni non trovano una destinazione saranno fuori. Se questi dieci dirigenti non accetteranno l’incarico che io gli conferirò, dal 1 ottobre, invece di metterne solo tre in mobilità, saremo costretti a metterne sette, riducendo a cinque e non a nove quelli che sono i nuovi dipartimenti».

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