Esplosione a Barcellona Pg, due indagati: avviati gli accertamenti sul sistema di videosorveglianza

Proseguono le indagini sull’esplosione avvenuta nella fabbrica di fuochi d’artificio di Barcellona, costata la vita a cinque persone. Due gli indagati dalla procura: Vito Costa e Corrado Bagnato, i titolari delle due imprese coinvolte.

Costa, è il proprietario dell’azienda di prodotti pirotecnici, marito di una delle vittime, Venera Mazzeo, e padre del ferito trasferito al Centro ustioni di Palermo, Nino Costa.  Bagnato, è il titolare dell’impresa omonima per la quale lavoravano i quattro operai rimasti uccisi nello scoppio e nel successivo devastante incendio, che nella fabbrica stavano eseguendo lavori per la messa in sicurezza dell’azienda.

Le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo aggravato, incendio, lesioni e violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni.

Intanto sono state avviate anche le indagini sul materiale informatico dell’azienda, in particolare le immagini della videosorveglianza che potrebbero far luce su cosa abbia innescato il fatale incendio. Ad occuparsi di questa analisi il perito Tonino Biondo a cui è stato affidato l’incarico dal sostituto procuratore Matteo Micheli, che coordina l’inchiesta come stabilito dal procuratore capo Emanuele Crescenti.

Conclusi invece gli esami autoptici da parte della dottoressa Elvira Ventura Spagnolo sui corpi recuperati sotto le macerie dell’esplosione e per tre di loro Venera Mazzeo, Vito Mazzeo e Mohammed Mannai è stato già concesso il nullaosta alla consegna ai familiari per la celebrazione dei funerali.

Per Porcino e Testaverde si attende invece l’esito del confronto con il Dna, ma nelle prossime ore potrebbe arrivare l’analogo via libera da parte dalla magistratura.

 

 

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