Omicidio Alfano, il gip dispone l’acquisizione dei verbali integrali dei pentiti

Davanti al gip di Messina Valeria Curatola, lo scorso 28 novembre si è tenuta l’udienza preliminare per l’omicidio del giornalista Beppe Alfano, ammazzato dalla mafia a Barcellona Pozzo di Gotto l’8 gennaio 1993.

Ricordiamo che la Procura di Messina, rappresentata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, lo scorso luglio ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta “ter” nei confronti di Stefano Genovese e Basilio Condipodero, indicati dal collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico quali sicario e basista dell’omicidio.

La famiglia Alfano, rappresentata dall’avvocato Fabio Repici, si è opposta all’archiviazione, chiedendo di approfondire ulteriormente proprio le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia partendo da D’Amico che di fatto scagiona uno dei soggetti già condannati per il delitto, Antonio Merlino. Assieme al camionista è stato condannato in via definitiva, come mandante, anche il boss Giuseppe Gullotti. Ma cosa ha dichiarato D’Amico agli inquirenti?
“…Mio fratello Carmelo, dopo che uscì dal carcere nel 1995, a seguito del triplice omicidio Raimondo-Geraci-Martino, mi disse che quell’omicidio non era stato commesso da Antonino Merlino, che dunque era stato arrestato un innocente e che l’esecutore materiale di quel fatto di sangue era stato, in realtà, Stefano Genovese”. Poi aveva aggiunto: “Mio fratello Carmelo non mi disse come fosse venuto a sapere queste circostanze. Per l’omicidio Alfano furono arrestati Merlino e Pippo Gullotti ma mentre Merlino non c’entrava niente, era coinvolto in pieno Gullotti… Mi pare di ricordare che Carmelo mi disse anche che all’omicidio Alfano aveva partecipato tale Basilio Condipodero, soggetto anche lui affiliato ai barcellonesi. Specifico però che non sono sicuro che mio fratello mi abbia riferito di tali circostanze. Mi pare di ricordare che la partecipazione di Condipodero all’omicidio Alfano me l’abbia riferita qualcun altro, ma in questo momento non ricordo chi”.

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