Lunedì in Aula il “cambio di passo”: ma “la via della pace” segna un percorso minato

Incardinato all’ordine del giorno il documento sul “cambio di passo” con il quale il sindaco Cateno De Luca ha di fatto aperto una crisi (non del tutto rientrata) sulle sorti politiche dell’amministrazione. Un attacco frontale al consiglio comunale, con la richiesta respinta dai più di formare un “intergruppo” a sostegno del primo cittadino, che ha aperto una serie di riflessioni coinvolgendo tutti i consiglieri.

Ieri i capigruppo si sono riuniti per decidere in merito alla discussione del “cambio di passo” che è attesa per lunedì 20, anche se ancora non c’è la convocazione ufficiale da parte del presidente del consiglio, dunque potrebbe slittare di qualche giorno.

Ma intanto il consesso comunale sembra voler dare un segnale di chiusura, stante le ultime delibere approvate. Come quella che riguarda l’intitolazione di una  via ai “Costruttori di Pace, Giustizia e Nonviolenza”, proprio a voler sottolineare i principi universali su cui dovrebbe fondarsi l’attivitá di ogni Pubblica Amministrazione che De Luca ha revocato in data 18.02.2019 inviando una nota a S.E. il Prefetto, perché non la consideri come indirizzo della sua Amministrazione.

La mozione andata in votazione è passata con i 13 voti favorevoli di Salvatore Sorbello (Ora Sicilia), Benedetto Vaccarino (Forza Italia), Dino Bramanti (Lega), Francesco Pagano (Ora Messina), Paolo Mangano, Cristina Cannistrà, Andrea Argento, Giuseppe Fusco (tutti Cinque Stelle), Gaetano Gennaro (Pd), Alessandro De Leo (Misto), Alessandro Russo e Massimo Rizzo (Libera Me). 5 gli astenuti: Nino Interdonato (Sicilia Futura), Nicoletta D’Angelo (Misto), Dario Zante (Forza Italia). Giandomenico La Fauci (Ora Messina), un contrario (Salvatore Serra del Misto).

A “tuonare” contro “l’indirizzo di pace” è l’architetto Nino Principato, una delle principali espressioni culturali dell’amministrazione De Luca, fautore dell’eliminazione della grande tela nell’aula consiliare, che ha scritto: “Una mozione d’indirizzo allora promossa dall’ideologo tibetano Accorinti che, grazie al solito consigliere Salvatore Sorbello che ha convinto l’Aula a votare contro la mozione del consigliere Nino Interdonato che proponeva di rimandare la trattazione della delibera di intitolazione in attesa della decisione della Prefettura. E così rischieremo di avere un’inutile intestazione di via di una banalità da paesotto di Provincia, una targa di marmo che si aggiungerà alle tante sconclusionate che ci sono in Italia sulla falsariga di un luogo comune parolaio e basta. ”

 

 

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