Peppino Impastato, e quel cognome a cui ha ridato dignità

di Palmira Mancuso – La differenza tra Peppino Impastato e tutti quelli che dicono le colpe dei padri non sono dei figli (o dei parenti tutti) è semplice: lui si è ribellato al suo stesso cognome, gli ha restituito dignità in un altro sistema di valori pagando con la sua stessa vita. Non ha usato quel cognome per mantenere i privilegi che poteva concedergli anche senza sporcarsi le mani. Penso a come Generazione dopo generazione, si è riciclata la forma ma non la sostanza. Mantenendo e inseguendo il potere, che non è solo economico: ma quello di gestire la vita degli altri, le carriere, i concorsi, il lavoro, la salute pubblica. La mafia è una montagna di merda. E non è stata sconfitta. Ma combattuta si, e questo deve continuare per chi come Peppino ha seminato, come Felicia ha irrigato, in attesa che in molti raccogliessero i frutti. Questo tesserino lo condivido con orgoglio, perché non è una patente antimafia, è un peso di responsabilità, una scelta che non richiede bollini annuali ma sacrifici quotidiani. 

Molte delle ricorrenze del mondo antimafia sono state ridimensionate se non del tutto rinviate a causa del Covid-19. Oggi per i 42 anni dall’uccisione di Peppino Impastato il corteo sarà virtuale, poi alla fine il fratello Giovanni si affaccerà dal balcone come sempre, e  l’intervento sarà in diretta Facebook su Casa Memoria Impastato

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it