Atm in liquidazione, vendita all’asta mezzi e licenziamenti; M5S “atti illegittimi, pronti a diffidare l’azienda”

di Michele Bruno – I consiglieri comunali del M5s Giuseppe Fusco, Andrea Argento, Paolo Mangano e Cristina Cannistrà diffidano ufficialmente l’Atm in liquidazione a dare seguito all’asta pubblica (fissata per lunedì 18 maggio) relativa alla vendita di 36 mezzi di proprietà dell’azienda, opponendosi inoltre alla procedura di licenziamento collettivo disposta dai commissari liquidatori.

“Riteniamo che entrambe le attività siano accomunate da palese illegittimità per incompetenza e/o carenza di potere in capo ai commissari liquidatori“, spiegano i consiglieri, che citano nello specifico l’Articolo 50 dello Statuto dell’Azienda speciale, la mancata approvazione da parte del Consiglio comunale del piano di liquidazione e la richiesta di “liquidazione coatta amministrativa” presentata dal Sindaco e dai Commissari alla Regione.

“Dal 1 giugno 2020 – proseguono – si potrebbe verificare a Messina la paradossale situazione di due aziende pubbliche (l’azienda speciale “ATM in liquidazione” e la società “ATM SpA in house providing”) non in grado di esercitare legittimamente il servizio di trasporto pubblico in città. I lavoratori trasferiti alla nuova società “ATM SpA” rischiano inoltre di non rientrare nella copertura economica della Cassa Integrazione Guadagni nel malaugurato caso in cui dovessero riattivarsi procedure straordinarie di riduzione delle attività produttive. Tale procedura (oltre a essere palesemente estranea ai poteri attuali dei Commissari liquidatori e in contrasto con la normativa) rischia di produrre effetti sociali di estrema gravità a danno dei lavoratori”.

Al fine di tutelare il Comune e i cittadini dagli effetti di atti illegittimi, fra le quali possibili azioni risarcitorie degli aggiudicatari dei mezzi e le vertenze con i lavoratori licenziati, i consiglieri invitano inoltre il Sindaco, la Giunta Comunale e il Segretario Comunale – Direttore Generale ad esercitare i necessari controlli sulla regolarità delle attività condotte dalla Commissione liquidatoria. “In difetto di accoglimento di quanto richiesto con il presente atto – concludono – sarà intrapresa ogni competente azione nelle opportuni sedi per la valutazione di legittimità e competenza degli atti adottati e di eventuali comportamenti illeciti”.

Esprime soddisfazione il laboratorio civico MessinAccomuna che “qualche giorno fa aveva chiarito – così recita un comunicato di oggi – che gli atti e i comportamenti dei commissari di ATM (licenziamento dei lavoratori, vendita dei mezzi) avvenivano contro le previsioni di legge perché, essendo stato bocciato il piano di liquidazione, i Commissari sono obbligati a gestire solo la conservazione dell’azienda con atti di ordinaria amministrazione.

Oggi apprendiamo che quattro Consiglieri Comunali del Movimento 5 Stelle hanno presentato formale diffida all’ATM per bloccare immediatamente le procedure”.


Questo è il contenuto dell’atto di diffida predisposto dai consiglieri M5S, datato a ieri (16 Maggio 2020):

Alla  A.T.M. in liquidazione
Al Sindaco del Comune di Messina
Al Segretario Generale – Direttore Generale del Comune di Messina
Al Presidente del Consiglio Comunale di Messina

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I sottoscritti consiglieri comunali Giuseppe Fusco, Paolo Mangano, Cristina Cannistrà , Andrea Argento.

PREMESSO

Che ATM in liquidazione, con bando del 29 aprile 2020 a firma del solo rag. Pietro Picciolo, ha esperito un’asta pubblica, fissata il 18 maggio 2020, per la vendita di n. 20 bus, n. 10 autovetture e n. 6 autocarri di proprietà della stessa ATM in liquidazione;
Che sempre ATM in liquidazione, con note a firma congiunta dei tre liquidatori del 20 Aprile 2020, ha proceduto a comunicare ai lavoratori dipendenti il licenziamento “a seguito di procedura di licenziamento collettivo”;


RITENUTO

Che entrambe le attività richiamate in premessa, sono accomunate, a parere degli scriventi, da palese illegittimità per incompetenza e/o carenza di potere in capo ai commissari liquidatori che vi hanno dato impulso;
Che la natura di ente pubblico economico attribuita alla predetta azienda speciale esclude, a nostro parere, la assoggettabilità alla disciplina civilistica in materie societaria,  ivi comprese le procedure liquidatorie e fallimentari;
Che proprio in virtù della normativa civilistica (art. 2221 c.c.) e fallimentare  (art. 1 2R.D. n. 267/1942)  e’ espressamente statuito per le aziende speciali  la non applicabilità delle disposizioni fallimentari e di concordato preventivo, sottoponendoli alla procedura di liquidazione coatta amministrativa;
Che nella fattispecie deve farsi riferimento esclusivamente all’art. 23 comma V della legge n. 142/’90 e all’art. 114 del D.Lgs.n. 267/2000  le quali disposizioni normative prevedono che l’ordinamento e il funzionamento delle aziende speciali sono disciplinati dallo statuto e dai regolamenti ;
Che la procedura di “Scioglimento e liquidazione dell’A.T.M.” è disciplinata dall’
Art. 50 dello Statuto dell’Azienda speciale, secondo cui:  “La Commissione cura la gestione ordinaria dell’azienda senza intraprendere alcuna nuova operazione … compie gli atti conservativi necessari e procede all’alienazione dei beni soggetti a facile deperimento (…) Il Consiglio Comunale approva, ed occorrendo modifica, il piano di liquidazione stabilendo quali beni dell’Azienda cessata debbano passare a far parte del patrimonio comunale o debbano essere alienati ad altra azienda, ente, consorzio e quali debbano essere alienati”.”;
Che in effetti i commissari liquidatori hanno presentato lo scorso dicembre un piano di liquidazione che non fu approvato dal Consiglio Comunale;
Che a seguito di quella bocciatura del piano, invece di riformularlo per una nuova presentazione in Consiglio, il Sindaco e i Commissari chiedevano alla Regione di dichiarare la “liquidazione coatta amministrativa dell’azienda;
Che, a tutt’oggi, non si ha notizia di alcun provvedimento o risposta della Regione sulla richiesta di messa in L.C.A.;
Che, in difetto di un piano di liquidazione approvato dal Consiglio comunale, i Commissari possono curare esclusivamente la gestione ordinaria e conservativa dell’azienda ed è di tutta evidenza che le attività indicate in premessa esorbitino da essa e costituiscano esercizio di un potere straordinario, vieppiù precluso a seguito della sostanziale rinunzia operata con la richiesta di L.C.A., non sottacendo il fatto che i beni aziendali dovranno restare nella disponibilità del nominando Commissario Liquidatore per le finalità della incoata procedura;
Che, in ogni caso, le improvvide iniziative assunte dai commissari sono palesemente illegittime per violazione dell’art. 50 dello Statuto;
Che nessuna determinazione è stata adottata dal Consiglio Comunale in merito a provvedimenti finalizzati alla emanazione di atti amministrativi che incidono sul patrimonio dell’azienda;
Che è altresì opportuno verificare se la procedura di licenziamento collettivo sia sospesa fino al 31 agosto 2020 in applicazione delle disposizioni dei Decreti Legge Cura Italia e Rilancio;

CONSIDERATO

Che il Trasporto Pubblico Locale è servizio collettivo essenziale costituzionalmente tutelato;
Che ogni azienda o società incaricata della gestione del servizio, ai fini del suo esercizio, necessita di porre in attività risorse lavorative e beni strumentali di propria legittima titolarità;
Che, per effetto dei suindicati atti e comportamenti, dall’1 giugno 2020 si potrebbe verificare a Messina la paradossale situazione di due aziende pubbliche (l’azienda speciale “ATM in liquidazione” e la società “ATM SpA in house providing”) non in grado di esercitare legittimamente il servizio di trasporto pubblico in città;
Che, a quanto appare, i lavoratori trasferiti alla nuova società “ATM SpA” rischiano di non rientrare nella copertura economica della Cassa Integrazione Guadagni nel malaugurato caso in cui dovessero riattivarsi procedure straordinarie di riduzione delle attività produttive a causa di recrudescenze epidemiche (e non causalmente i recenti Decreti governativi hanno sospeso ogni attività di licenziamento collettivo e per giusta causa per le imprese con più di 15 dipendenti);
Che, dunque, tale procedura (oltre a essere palesemente estranea ai poteri attuali dei Commissari liquidatori e in contrasto con la normativa) rischia di produrre effetti sociali di estrema gravità a danno dei lavoratori

TUTTO CIO’ PREMESSO, RITENUTO e CONSIDERATO  OLTRE QUANTO STA IN FATTO E NELLA LEGGE

I sottoscritti consiglieri comunali a tutela dei propri diritti ed  anche a tutela del diritto alla mobilità dei cittadini messinesi connesso al regolare esercizio del servizio del trasporto pubblico locale,

DIFFIDANO

ATM in liquidazione dal dare seguito alle attività di vendita all’asta pubblica dei mezzi e di licenziamento dei lavoratori indicate in premessa, ed a ogni altra delibera e/o atto con le stesse connesse e/o conseguenti, e a procedere all’annullamento in autotutela dei complessivi procedimenti

INVITANO

Il Sindaco e la Giunta Comunale,  il Segretario Comunale – Direttore Generale   ad esercitare i necessari controlli sulla regolarità delle attività condotte dalla Commissione liquidatoria nominata dal Sindaco, riconducendo la procedura di scioglimento di ATM nel rispetto delle norme statutarie, segnatamente rimediando alla violazione dell’art. 50 dello Statuto ATM, al fine di tutelare il Comune, i cittadini e gli utenti in genere, dagli effetti di atti illegittimi – anche azioni risarcitorie degli aggiudicatari dei mezzi e vertenze con i lavoratori licenziati- per incompetenza dell’organo che l’ha adottata, violazione di legge, e così prevenire il blocco del servizio di trasporto pubblico connesso;

E

il Consiglio Comunale a non consentire una vera espropriazione di funzioni che lo Statuto riserva ad esso, tutelando le prerogative dell’organo e la legittimità e regolarità degli atti e delle procedure.

AVVISANO

Che, in difetto di accoglimento di quanto richiesto con il presente atto, sarà intrapresa ogni competente azione nelle opportuni sedi per la valutazione di legittimità e competenza degli atti adottati e di eventuali comportamenti illeciti.
Salvo ogni altro diritto, azione e ragione.

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