Largo ai giovani per dare speranza ad un calcio dilettantistico diverso per il prossimo futuro

di Fra Pè – Questi sono giorni di riflessione fondamentale per la Lega Nazionale Dilettanti: si pensa ad una ristrutturazione a 360 gradi non solo per quanto riguarda la serie D, ma che comprenda anche i campionati di Eccellenza e Promozione, dove negli ultimi anni si è arrivato a spendere delle cifre assorbi tanti e folli per gestire una sola stagione.

Per i calciatori che disputano in queste categorie dovrebbe esserci un rimborso spese e invece, spesso, è un vero e proprio stipendio. Richieste di assegni, mensilità anticipate altrimenti non giocano, giovanissimi accompagnati da pseudo procuratori come fossero dei piccoli fenomeni del calcio.

Si pensa di ripartire dai giovani: urge potenziare i settori giovanile, ridurre i costi facendo un calcio sostenibile e infine ripristinare delle figure che negli ultimi tempi sono state accantonate: educatori, osservatori delle scuole calcio e istruttori. Forse così si avrebbe più gente che si impegnerebbe nella gestione di associazioni calcistiche, giocherebbe solo chi ha veramente voglia di giocare, le squadre si formerebbero con giocatori del proprio territorio e tutti i “trafficoni” composti da pseudo procuratori o fantomatici procacciatori d’affari verrebbero a sparire perché non avrebbero più terreno fertile.

Programmazione e progettazione senza improvvisazione, perché si può essere professionisti anche tra i dilettanti. La competenza, mentalità, il sacrificio fanno la differenza.

Così come afferma TuttoCampo, quando qualcuno si auto proclama la qualifica di direttore sportivo, o si auto proclama osservatore solo perché ritiene di saper criticare un calciatore, nascono qui i problemi.
Nel calcio chi semina raccoglie e il giudice supremo è sempre il campo, che da risposte a tutto.

Speriamo che possa essere un calcio dilettantistico diverso, sorretto dalla sola pura passione e volontà e più libero dai conti e dagli aspetti economici, non sia una chimera, ma lo sbocco naturale di un movimento che non può più sorreggersi sulle fondamenta di cartone così come in questi anni trascorsi.

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