Cateno De Luca e le spiagge “covid free” a Messina: come spendere 76mila euro

di Palmira Mancuso – Pagare 20 squadre, per quattro ore, ogni giorno, per fare quello che il sole fa gratis: eliminare potenziali tracce di Covid-19 dalla sabbia. L’ultima trovata del sindaco Cateno De Luca scatena l’ironia, anche perchè è noto che la sabbia  non ha effettive possibilità di trasmettere il virus. Noto non a tutti: sulle “evidenze scientifiche” non è d’accordo il presidente Pippo Lombardo, che chiamato stamattina ha annunciato un comunicato stampa ma nel frattempo ci ha suggerito di chiederci piuttosto che quanto costa il servizio come mai si è stabilito di usare la mascherina dalle 18 alle 6 del mattino,  “magari in Regione hanno più informazioni di noi, pare che studi francesi indichino che il virus resiste anche alle alte temperature, fino a 92 gradi”.

Giuseppe Lombardo e il Sindaco De Luca alla prova dei nuovi mezzi aspiracacca

Insomma per il presidente di Messina Servizi Bene Comune, la disinfezione dei granelli di sabbia non è affatto uno spreco: anzi si sta attendendo anche l’esito dei tamponi in spiaggia che, ci tiene a sottolineare, è stato fatto anche a giugno.

Certo dal 12 di agosto la differenza la fanno 76 mila euro: soldi destinati al Comune di Messina dalla Regione per il contrasto al Covid, che “veranno rendicontati, ma intanto è partito il servizio che si concluderà il 31 ottobre, data stabilita in Regione come chiusura della stagione balneare”.

In attesa di conoscere i dettagli (ahinoi, fare domande è inutile perchè bisogna aspettare il comunicato stampa “improntato dall’assessore gallo” ci fa sapere Lombardo) quel che è certo è i soldi destinati per garantire una balneazione sicura sono stati impiegati anche per i servizi straordinari per ripulire le spiagge dopo i falò di ferragosto e per i controlli antiassembramento. E poi, dice sempre Lombardo “si vede che voi a Messina non siete abituati a pulire le spiagge, mica c’è solo il covid: defecazioni e urine nelle passerelle di accesso, ad esempio: ecco, metteremo le fotografie nel comunicato stampa”.

Perfetto: e allora aspettiamo la velina del Comune, anche se al momento ci confermano che non è stato quantificato il costo del servizio di disinfezione (non si tratta di sanificazione, ci spiega sempre Lombardo, vengono usati antibatterici e prodotto certificati).

Così tra una “spinnatina” di fagioli freschi e un endorsment al “suo” pupillo Danilo Lo Giudice, pronto ad assecondare l’evidente annuncio burla della candidatura alla presidenza della regione, Cateno De Luca trova il tempo di immaginare come spendere i 76 mila euro destinati al Comune di Messina “per favorire il distanziamento interpersonale e scongiurare il contagio fra i bagnanti”.

Quindi per intenderci: non è giustificata la delusione di chi si sarebbe aspettata piuttosto la pulizia dei tombini, anche dopo quanto accaduto durante l’ultimo nubifragio. I soldi destinati alle misure anticovid non possono essere spesi per altro. Ma non sperate di trovare in spiaggia kit di sanificazione, una cartellonistica informativa con tutte le norme anti contagio, o i segnaposto per aiutare a rispettare la distanza tra gli ombrelloni. E neppure percorsi dedicati all’accessibilità al mare per i diversamente abili. “Noi a Messina” ci troveremo a pulire sabbia e a garantire lavoro straordinario per la polizia municipale, chiamata all’improbo lavoro di garantire con un manipolo di uomini un distanziamento sociale che in molti continuano a sottovalutare.

PS: a proposito di sanificazione delle spiagge,, a beneficio degli “esperti” che ci amministrano, Secondo l’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, spruzzare disinfettanti all’aperto su superfici porose come le strade, ma quindi a maggior ragione sulla sabbia, è inefficace per sconfiggere il coronavirus perché è «improbabile» che l«’irrorazione di sostanze chimiche sia adeguata a coprire tutte le superfici per il tempo necessario a inattivare i patogeni». Anzi, «spruzzare disinfettanti, anche all’aperto, può essere dannoso per la salute umana».

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