Studenti e docenti della Emilio Ainis a Piazza Municipio contro la dad

di Michele Bruno – Le conseguenze derivanti dalla così detta Seconda Ondata del virus Covid 19 e dagli ultimi dpcm hanno portato alla chiusura delle scuole nella nostra città. Il Sindaco di Messina, Cateno De Luca ha provveduto a chiudere elementari e medie, mentre Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha previsto la didattica a distanza (dad) per le scuole superiori, mentre per le scuole di grado inferiore non ci sono restrizioni da parte del Governo.

Studenti e docenti della Scuola Emilio Ainis, in particolare del Liceo Musicale, hanno deciso di scendere in Piazza e manifestare, perché vogliono restare tra i banchi. La mobilitazione è iniziata il 26 e 27 Ottobre scorso con la decisione degli studenti di assentarsi dalle proprie classi in segno di dissenso, e la nascita di un gruppo Facebook, contestualmente alla redazione di un comunicato firmato da 87 di loro, per spiegarne le ragioni.

Il Prof. Natoli dalla scalinata del Municipio

Abbiamo intervistato il Professor Cesare Natoli che spiega i motivi di “un‘iniziativa che nasce da un gruppo di docenti dell’Ainis e dal gruppo Facebook “Scuola in presenza” che io ho fondato ed amministro. Ovviamente ci rivolgiamo anche agli studenti, ad altri colleghi, agli operatori scolastici e al personale ATA, ma anche a tutti gli operatori culturali della città (musica, teatro ecc.). Nessuno nega la serietà dell’emergenza sanitaria, ma esistono anche altre emergenze, nel lungo termine forse anche più gravi e più importanti, come quella riguardante la cultura. L’Ainis è colpito ancora di più perché è anche Liceo Musicale, e per gli studenti fare musica a distanza è davvero improponibile. Noi difendiamo un’idea complessiva di cultura e umanità, per noi queste due parole non significano soltanto andare al supermercato, comprare sigarette, portare a passeggiare il cane, ma molto di più…

Abbiamo poi fatto alcune domande, per capirci meglio ed entrare nei dettagli tecnici, al Dirigente Scolastico dell’Istituto Minutoli, nonché consigliere comunale, Pietro La Tona, invitato dal Prof. Natoli e dai manifestanti, che ha deciso di sostenere la protesta.

Pietro La Tona

Noi in questo momento poniamo una critica alla chiusura delle Scuole in Città. Non possiamo dare la responsabilità al Sindaco, perché l’ASP ne ha indicato la necessità e il Sindaco non può opporsi… teoricamente può farlo, ma non è facile per un uomo delle istituzioni dire no all’autorità sanitaria. Tuttavia non ci sono evidenze scientifiche che sia davvero necessario. Messina è tra le città siciliane con il minor numero di contagi, con il paradosso che si tratta della prima a chiudere. Nella nostra scuola poi, il numero dei positivi è irrisorio e si conta sulle dita di una mano, su una popolazione di 1500 alunni. Positivi che tra l’altro non hanno preso il virus a scuola, per di più asintomatici. A fronte di questo non capiamo perché dobbiamo arrivare a questa conseguenza. Sarebbe corretto se i numeri lo giustificassero. Ovviamente poi il ragionamento più ampio riguarda la necessità per gli studenti di fare scuola in presenza, e il dpcm… Il dpcm ad oggi permette almeno alle scuole dell’infanzia e alle medie di fare didattica dal vivo. L’unica responsabilità che possiamo attribuire all’Amministrazione è di non aver organizzato per tempo i trasporti, alla Sanità regionale poi di non aver attrezzato per tempo i presidi per fare i tamponi ad operatori e studenti. Da parte nostra, non ci sono responsabilità: noi ci siamo impegnati a fare scuola con turni la mattina e il pomeriggio e non ci può essere addebitato nulla.”

La manifestazione si è svolta nel rispetto delle normative anti-Covid che prevedono il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine protettive. Il Prof. Natoli ha moderato gli interventi e dalla scalinata di Palazzo Zanca ha più volte ricordato ai presenti di mantenere le distanze. Tra gli intervenuti diversi docenti, gli stessi Natoli e La Tona, il segretario di Flc Cgil Pietro Patti e il consigliere comunale Alessandro Russo. Folta è stata la partecipazione di studenti, docenti, e operatori della cultura, sostenuti anche dai sindacati e consiglieri comunali.

 

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