Referendum Montemare: Più Europa Messina fa appello ai partiti e promuove un comitato per il no

“Il 31 Gennaio 2020 si terrà, salvo ulteriori rinvii, il Referendum sull’istituzione del Comune di Montemare. Ma sono pochi i cittadini a conoscenza della tematica e sarebbe necessario che i partiti in primo luogo si impegnassero per aprire un dibattito costruttivo sul tema e rendere la popolazione edotta in merito ad un appuntamento referendario che potrebbe incidere sul futuro del territorio”. Lo scrive in un comunicato il gruppo Più Europa Messina città metropolitana, che partendo dal motto pannelliano del “conoscere per deliberare” chiede che si apra un focus mediatico sul referendum, lavorando alla creazione di un comitato per il no, transpartitico, con l’obiettivo di portare nel dibattito politico il prossimo referendum. 

“L’eventuale istituzione del comune di Montemare dipenderà da un doppio quorum, ex art.8 c.7-ter l.r. 30/2000, di cui il primo che riguarda solo la zona che sarebbe coinvolta nel comune (Ortoliuzzo, Piano Torre, Rodia, San Saba, Spartà, Calamona, Acqualadroni, Massa San Giovanni, Massa Santa Lucia, Massa San Giorgio, Gesso, Castanea, Salice), il secondo invece l’intera città; affinché il referendum sia valido basterà che venga raggiunto anche solo uno dei due quorum, se invece saranno validi entrambi verrà fatto un conto cumulativo.

Il rischio in concreto è che una minoranza esigua della città possa scegliere per il destino dell’intero comune. Riteniamo inoltre che l’inesistenza di un Comitato per il No, a fronte di una marcata presenza sul territorio dell’eventuale comune- che corrisponderebbe all’ex XIII quartiere- di un Comitato per il Sì, che promuove la scissione, crei una situazione di forte sbilanciamento informativo tra i messinesi, che non potranno così conoscere quali sono i pro ed i contro di entrambe le decisioni.


È sotto gli occhi di tutti che la questione non stia causando fermento in città, ma invece nei villaggi interessati ci sia maggiore fermento e conoscenza della tematica. Questo atteggiamento di lassaiz-faire potrebbe determinare una vittoria “a tavolino” del Sì. Il mezzo del Referendum è sacro in uno Stato democratico e la partecipazione attiva dei cittadini deve sempre essere stimolata.


A questa iniziativa secessionista se ne è poi aggiunta un’altra da parte di alcuni cittadini della I Circoscrizione che lamentano le stesse disattenzioni da parte del Comune di Messina che già sono state rese note dai “Montemaresi” e hanno già avviato l’iter per un nuovo referendum.

Non vogliamo assolutamente negare che negli anni ci sia stata una scarsa attenzione per i borghi della periferia, l’idea è quella di promuovere un nuovo futuro all’insegna dell’unione tra i territori del Comune, lontani da logiche egoistiche e individualiste.

Sembra che questa decisione sia stata presa con ben poca cognizione di causa e senza considerare le numerose difficoltà pratiche a cui vanno incontro oggi i piccoli centri comunali, incapaci di sostenere la propria spesa pubblica, da diversi anni ormai soggetti a vari accorpamenti su tutto il territorio nazionale.

Crediamo che sia fondamentale che in questa fase cosi delicata che si apra un dialogo, ed altresì siamo convinti della necessità di un confronto a largo raggio tra le forze politiche della Città affinché si possa portare avanti un’azione politica unita e decisa contro l’asimmetria informativa a cui siamo oggi soggetti.

Questa manovra si rivelerebbe nociva non solo per i territori che rivendicano l’indipendenza, e partirebbero con un grande debito nei confronti del Comune di Messina-oltre che le ingenti spese che l’istituzione comporterebbe, ma anche per il Comune di Messina stesso, che perderebbe con effetto immediato lo stato di Città Metropolitana”.

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