Petizione Socialista contro Nencini. “Lui e Maraio come Di Pietro”

Salvatore Di Bartolo e Stefania Craxi

di FraPè – All’indomani del voto di fiducia al governo Conte in Senato fa discutere la decisione, maturata in extremis, del senatore Nencini, Presidente e detentore del simbolo del PSI, di porre la fiducia all’esecutivo giallorosso. Molteplici le voci alzatesi nelle ultime ore contro Nencini, soprattutto da ex dirigenti socialisti, ma anche da elettori, nostalgici e semplici simpatizzanti del garofano rosso. Tra queste, una delle posizioni più nette è senz’altro quella del prof. Salvatore Di Bartolo, fervente craxiano originario di San Fratello (la città di origine della famiglia Craxi, in cui lo stesso Di Bartolo promosse nel 2018 l’iniziativa di intitolare una piazza all’ex segretario del Psi), che intende lanciare una petizione contro l’attuale presidente del Psi: “La decisione del senatore Nencini, che trova la ferma opposizione della totalità dell’universo socialista, è stata dettata esclusivamente dal suo interesse personale”, afferma Di Bartolo.

“Esattamente un anno fa, in occasione delle celebrazioni del ventennale della scomparsa di Bettino Craxi, lui ed il segretario del Psi Enzo Maraio erano con me ed altri mille craxiani ad Hammamet a rendere omaggio alla memoria di Bettino. Ieri, giorno del 21esimo anniversario, non solo Riccardo Nencini non ha ricordato Craxi nel suo discorso nell’aula di Palazzo Madama, ma ha addirittura deciso di barattare il simbolo e la storia del glorioso Psi con una poltrona da ministro o sottosegretario in un governo illiberale e giustizialista”.

Il prof. Di Bartolo è un fiume in piena e prosegue: “Con questa decisione concludono l’opera iniziata nel 1992 dal pool di Mani Pulite e fanno letteralmente fuggire dal Psi gli ultimi superstiti della diaspora socialista. Hanno preso in mano un partito che valeva il 2% e sono stati capaci di portarlo in pochi anni allo 0,2%. Da oggi il Partito Socialista Italiano vale due, come i voti che saranno in grado di esprimere Nencini e Maraio.

Tale operazione, confezionata peraltro nell’ambiguità all’ultimo secondo utile, fa compiere al partito che Nencini si pregia di rappresentare un salto indietro di un secolo, vanificando di fatto gli sforzi compiuti in questi decenni dai vari Turati, Rosselli e Craxi per affrancare il Psi dall’ideologia sovietica e consegnarlo alla tradizione liberale e riformista. Qualche anno fa ebbe a dire di se: “sono l’ultimo dei craxiani”…da oggi potrà pregiarsi di affermare di essere l’ultimo dei dipietrini”, conclude amaramente il prof. Di Bartolo.

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