Governo: il 27 votazione decisiva sulla giustizia. Cosa fanno adesso i “garantisti”?

di Salvatore Di Bartolo – Crisi di governo: come finirà? C’è una data segnata in rosso sul calendario: il 27 gennaio. Salvo rinvii, infatti, nella giornata di mercoledì si voterà in Parlamento la relazione sulla giustizia del ministro e capo delegazione M5s Bonafede: Renzi ha già dichiarato il No di Italia Viva e il centrodestra spera di confermare in Senato i suoi 140 voti per sommarli ai 16 dei renziani e battere dunque il governo, confidando sul fatto che martedì l’asticella giallorossa si è fermata a quota 156 e che, con tutta probabilità, questa volta la maggioranza non potrà fare affidamento sulla presenza dei senatori a vita, o perlomeno non di tutti.

Senza i voti dei senatori a vita, infatti, il governo potrebbe già “andare sotto” nella votazione, salvo l’apporto di eventuali nuovi “costruttori”. E poi ci sono i casi dei due ormai ex forzisti Rossi e Causin e del socialista Nencini che martedì hanno votato la fiducia al governo, ma che, vista la loro storia personale od i loro trascorsi politici, non dovrebbero – il condizionale è d’obbligo – vedere di buon grado la relazione del Guardasigilli.

Particolarmente delicata è soprattutto la posizione di Riccardo Nencini. Il senatore del Psi si è infatti dichiarato “garantista da sempre” ed ha più volte condannato i giustizialisti ed i “garantisti a corrente alterata”, per citare lo stesso Nencini. Cosa farà questa volta il detentore del garofano rosso? Si comporterà da garantista quale si definisce o deciderà di staccare la spina?

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it