Rispetto Messina è solidale alle donne di “Stop Misoginia” e critica le “quote rosa del Sindaco”

Il gruppo di Iniziativa Civica “RispettoMessina” ha scritto una nota con cui manifesta solidarietà verso le donne del gruppo “Stop Misoginia”, il quale aveva riproposto ieri una propria lettera per contestare il modo con cui il Sindaco Cateno De Luca ha trattato il tema della prostituzione a Messina, e ha stigmatizzato, nella stessa nota, la risposta delle autodefinitesi “quote rosa del Sindaco”, ecco il testo:

“RispettoMessina” esprime solidarietà alle cittadine messinesi, componenti del gruppo “Stop misoginia”, che sono state oggetto di vergognosi e violenti attacchi da parte di certi sciacalli e sciacalle da tastiera che imperano anche nella nostra città, solo perché hanno avuto il coraggio di assumere una iniziativa di corretta informazione in relazione a recenti vicende riguardanti il Sindaco e qualche sua collaboratrice.
Iniziativa che ha posto in evidenza le contraddizioni e le incongruenze di certe dichiarazioni e di certe note ufficiali diffuse.

E di fronte a tale iniziativa documentata un gruppo autodefinitosi “le quote rosa del Sindaco De Luca”, composte da signore nominate dal sindaco stesso negli organismi gestionali di varie realtà operative dell’Amministrazione comunale, ha cercato, maldestramente, di sviare l’attenzione tessendo le lodi del loro benefattore politico.

È sorprendente però, che fra le firmatarie di tale nota celebrativa vi sia anche la Segretaria Generale del Comune di Messina, che è una dipendente del Ministero degli Interni, e che dimostra, con il suo comportamento, di non conoscere la normativa, recentemente aggiornata, che le attribuisce un ruolo di “terzietà” tra sindaco, consiglio comunale e dirigenti dell’ente, e, quindi, di una equidistanza che non consente assolutamente di assumere ruoli “politici”, o addirittura di condividere iniziative di chiara militanza di parte.
Così come è quanto mai singolare la sottoscrizione di tale comunicato da parte delle componenti dei Collegi dei Revisori di società partecipate le quali dovrebbero svolgere un ruolo imparziale di controllo sulla base della loro competenza e professionalità e non certo sulla base dell’appartenenza politica.

Ma nella nota delle sostenitrici del Sindaco non viene fatto alcun riferimento alla lettera inviata, giorni fa, dal Capo della Procura della Repubblica di Messina al Sindaco stesso, contenente anche precisi e circostanziati addebiti rispetto a determinati provvedimenti, né tantomeno alla conseguente risposta “sopra le righe”.

E da cittadini osservatori non possiamo non mettere in evidenza il modo arrogante ed offensivo con cui il primo cittadino si è rivolto al Procuratore Capo, pensando di dargli una lezione di “deontologia professionale” ed accusandolo di invasione di campo, ponendolo così sullo stesso piano di un interlocutore politico, giungendo a chiedergli le scuse alla città solo perché la città (cioè De Luca e qualche altro) sarebbe stata “mascariata”, facendo anche riferimenti non chiari ad avvertimenti e minacce contenute nella lettera del Procuratore.

Ed abbiamo anche osservato il tentativo cinico ed ingiusto del Sindaco e di una sua Assessora di scaricare la responsabilità di certe “irrituali” iniziative sul Corpo della Polizia Municipale e su un responsabile di sezione del Corpo, nonostante vi siano foto pubblicate sui media e scritti postati sui social, che documentano in maniera inconfutabile il loro essere a conoscenza di alcuni fatti contestati, la loro partecipazione fisica a certe operazioni e sopralluoghi, e l’esistenza di atti ufficiali come la delibera di Giunta del giugno 2019 che istituisce la Sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia Municipale.

E di fronte a vicende così gravi risultano incomprensibili il prolungato silenzio del Prefetto, rappresentante del Governo a livello territoriale e quello dei vari parlamentari nazionali e regionali e delle forze politiche locali, comprese quelle che talvolta hanno dimostrato di possedere una certa sensibilità istituzionale.

Un silenzio, che, a lungo andare, potrebbe assumere il sapore amaro della acquiescenza.

 

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