Sicilia, dati Covid falsati per “evitare la zona rossa”: indagati Razza e Croce

“Dati falsati su decine di tamponi per evitare che la Sicilia diventasse zona rossa”. Il gip di Trapani parla di “disegno politico scellerato” nell’ inchiesta, condotta dalla procura e dai carabinieri di Trapani con il Nas di Palermo, e che si basa su intercettazioni che sono andate avanti fra novembre e marzo di quest’anno. Il gip lapidario: “Musumeci ingannato”.

Sarebbero stati alterati i dati sulla pandemia diretto all’Istituto Superiore di Sanità, condizionando i provvedimenti adottati per il contenimento della diffusione del virus – secondo gli inquirenti “con positivi e decessi spalmati nel tempo per evitare ulteriori misure restrittive”. Con questa accusa i carabinieri del Nas di Palermo e del Comando Provinciale di Trapani stanno eseguendo un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip agli arresti domiciliari nei confronti di alcuni appartenenti al Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (Dasoe) dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana.

Le accuse sono: falso materiale e ideologico.

Indagato anche l’assessore regionale alla Sanità della Sicilia, Ruggero Razza. Risultano indagati anche il vice capo di gabinetto dell’assessorato, Ferdinando Croce, e il dirigente Mario Palermo.
Ai domiciliari la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia.

A gestire i dati era Maria Letizia Di Liberti, uno dei volti storici della burocrazia regionale, in servizio dal 1992, stimata dalle varie maggioranze e opposizioni che si sono succedute nel tempo per il suo ruolo di tecnico, unica ombra nella carriera un’inchiesta per peculato nel 2018, per alcune indennità non dovute.

I magistrati hanno disposto l’acquisizione di telefonini, computer, server dell’assessorato. Naturalmente, una copia. Perchè in attesa di fare chiarezza, non si può fermare la  complessa macchina in questo momento di emergenza pandemica. L’inchiesta è appena all’inizio. E cominciano a trapelare sui giornali alcune intercettazioni.

Dal mese di novembre sono circa 40 gli episodi di falso documentati, l’ultimo dei quali risalente al 19 marzo.

 

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