Coronavirus, dati “falsati” in Sicilia: tornano liberi gli indagati, cadono le accuse di falso

Il gip di Palermo, che dopo il trasferimento dell’indagine da Trapani al capoluogo era chiamato a decidere sulla rinnovazione della misura cautelare, ha revocato per tutti gli arresti domiciliari. Tornano in libertà Letizia Di Liberti, dirigente della Regione siciliana, Salvatore Cusimano funzionario dell’assessorato regionale alla Salute, e Emilio Madonia, il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati, indagati nell’ambito di una inchiesta sui dati falsi sull’andamento della pandemia comunicati all’Istituto Superiore di Sanità. A Di Liberti e Cusimano è stata imposta la sospensione dal servizio.

La decisione è arrivata perchè sono venute meno le ipotesi di falso legate alla trasmissione dei dati sui decessi, e poi inseriti nel bollettino reso noto giornalmente, perchè non è considerato un atto pubblico.

Secondo Paolo Starvaggi, legale di Di Liberti, “l’accusa ha formulato solo 7 dei 36 precedenti capi d’imputazione, stralciando i capi 1 e 10 e tutti quelli riguardanti la falsificazione dei bollettini giornalieri”.

Ricordiamo che a seguito dell’inchiesta si è dimesso l’assessore alla sanità Ruggero Razza.

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