Ponte Sullo Stretto, Commissione ministeriale da l’ok; le reazioni politiche

 

di Michele Bruno – Sul ponte dello Stretto, “la commissione di esperti ha completato il lavoro della relazione, ma ne discuteremo una volta che la relazione sarà dibattuta pubblicamente”. Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ospite a Sky Tg24 Economia, è cauto, ma non si è mai definito contrario al Ponte. “Non sarebbe stato possibile inserirlo nel Next Generation Eu, ma il Paese potrà utilizzare comunque altri fondi”, ha aggiunto.

 

 

Il ministro per il Sud, Mara Carfagna ha affermato “Il Ponte sullo Stretto si può fare anche con fondi nazionali, con soldi nostri, con finanziamenti italiani. C’è vita oltre il Pnrr. Personalmente ritengo che il Ponte si debba fare, che sia un’opera strategica. E sono convinta che bisogna andare anche oltre, che bisogna promuovere una sorta di ‘patto politico’ largo, trasversale, su questo progetto, che consenta non solo di iniziarlo ma anche di non abbandonarlo finché non sarà completato, inaugurato e consegnato ai cittadini meridionali”.

Il Ministro ha confermato che il documento di fattibilità elaborato dalla Commissione di valutazione sui progetti sarà consegnato alle Camere e sarà dibattuto nelle prossime settimane. “Il governo non ha pregiudizi su quest’opera — ha detto — che non è stata inserita nel Pnrr per il semplice fatto che non è possibile realizzarla e completarla entro il 2026, quindi nel giro di cinque anni”.

La necessità di un accordo politico forte è legata al rischio che “magari il ponte venga programmato da un governo e venga affossato dal governo successivo, come è già accaduto in passato del resto, e questo non possiamo permettercelo”.

Dunque “serve un patto politico che regga non solo in questa legislatura ma anche nella prossima e magari anche per la successiva, per consentire a quest’opera di essere avviata, completata, inaugurata e consegnata al Mezzogiorno”, ha concluso Carfagna.

Forza Italia è da sempre favorevole al Ponte Sullo Stretto, infatti a Carfagna si accoda la deputata messinese Matilde Siracusano: 
“È importante la presa di posizione del ministro Mara Carfagna a favore della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. 
Questa grande opera non può essere finanziata con le risorse del Recovery Plan? Questo non preclude l’utilizzo di  altri fondi, oltre a quelli che arriveranno dall’Europa grazie al Pnrr.  Le infrastrutture, soprattutto quelle strategiche e soprattutto nel Mezzogiorno, si iniziano e si portano a termine solo se c’è una chiara volontà politica. E noi di Forza Italia riteniamo che il governo debba averla proprio sul tema del Ponte. 

“Un governo che investe sulla crescita non può che prendere una posizione chiara a favore del Ponte”. Si è espresso così Davide Faraone, siciliano e Presidente dei senatori di Italia Viva, il giorno dopo il parere positivo all’opera della commissione di tecnici istituita dal ministero per le Infrastrutture, va oltre e invita il governo a schierarsi. “Con questo documento – dice – è ora assodato che il Ponte serve al Paese e che si può realizzare in tempi stretti. Questa può e deve essere la legislatura in cui si posa la prima pietra di questa fondamentale opera”.

Pino Galluzzo Presidente dell’intergruppo Ponte e infrastrutture all’Ars ha rilanciato, dal suo canto: 

“La Commissione ministeriale ci ha dato ragione e ora bisogna avviare subito il progetto esistente. Bene, gli esperti hanno stabilito che Il Ponte è un’opera utile e che si può realizzare, a questo punto dunque il progetto da noi sempre sostenuto diventa improrogabile. Non cerchiamo alchimie progettuali che servono solo a rinviate il momento propizio. Vi era un cantiere aperto, il progetto c’è già e va riavviato. Punto. Il Presidente della Regione Siciliana,Nello Musumeci ha tracciato un percorso chiaro senza esitazioni. Seguiamolo! Non accetteremo più giochi di prestigio da parte di forze politiche ideologizzate. Il Sud  lo vuole”.

E’ critica nei confronti del Governo, ma favorevole anch’essa al Ponte, Elvira Amata, capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars, formazione politica al Governo in Sicilia con Musumeci, ma all’opposizione a Roma:

“E’ ora che il Governo nazionale, con il premier Draghi e con il ministro delle infrastrutture Giovannini, esca allo scoperto e dica chiaramente agli italiani cosa intende fare per la realizzazione del Pointe sullo Stretto di Messina, infrastruttura indispensabile ed essenziale per ridurre il divario economico tra Nord e Sud. Basta con i balletti delle dichiarazioni politiche, siciliani e calabresi sono stanchi di sentire chiacchiere bisogna passare ai fatti. Giovannini ha dichiarato che il Pnrr è stato chiuso e inviato a Bruxelles, che va letta con attenzione la relazione della commissione di esperti, ma il ministro non dice cosa e come vuol procedere il governo nazionale. Qual è la linea del governo relativamente al Ponte sullo Stretto? Possiamo ribadire la linea nazionale di Fratelli d’Italia, chiara e limpida da sempre: il Ponte sullo Stretto va realizzato affinché il Sud resti parte integrante dell’Europa. Fratelli d’Italia vuole assolutamente il Ponte sullo Stretto, attendiamo cosa dicono Draghi e Giovannini”. 

Mancano al momento all’appello le dichiarazioni di esponenti del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, quest’ultimo solitamente contrario alle grandi opere. L’unica voce che al momento contrasta con quelle dell’area di Centrodestra è quella di Loredana De Petris, capogruppo di Liberi e Uguali al Senato.

“Senza neppure attendere che la relazione della commissione tecnica del ministero delle Infrastrutture sia completa, già riparte l’eterno mantra del Ponte sullo Stretto. Evidentemente non è bastato aver buttato al vento, nel corso dei decenni, centinaia di milioni in inutili progetti. In questi decenni non è stato fatto nulla per dotare il Sud delle infrastrutture necessarie e persino il Pnrr non prevede stanziamenti davvero adeguati. Il Ponte sarebbe solo un’opera faraonica destinata a collegare il vuoto con il vuoto. Si tratta di una giostra tutta ideologico che servirà solo a buttare altri soldi e a distrarre dall’urgenza reale: le infrastrutture di cui la Calabria e la Sicilia, come tutto il Meridione, hanno davvero bisogno”

 

 

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