Liquidazione Atm: la Corte dei Conti indaga per danno erariale

Sono passati ormai più di due anni dalla messa in liquidazione coatta di Atm, voluta dal Sindaco Cateno De Luca per sostituire la vecchia azienda con la nuova Atm Spa, poiché la prima era ritenuta inadeguata dall’Amministrazione a continuare a svolgere il servizio.

La Corte dei Conti adesso indaga perché vuole vederci meglio. La liquidazione sarebbe stata fatta senza un vero piano, ad ammissione degli stessi liquidatori, come Pietro Picciolo, che ha affermato di recente che “Si è dovuto far fronte alla gestione liquidatoria in assenza di strumenti idonei a garantire il rispetto della par condicio, in quanto i creditori hanno avviato le procedure di riscossione coattiva. Si sono intensificati sia le procedure esecutive individuali che i giudizi di ottemperanza, i quali hanno irreversibilmente impedito ai liquidatori di rispettare o programmare una corretta ed equilibrata liquidazione”. 

Ma andiamo per ordine, come si è arrivati a questa situazione? Nella prima parte del proprio mandato, il Primo cittadino ha posto grande enfasi sulla necessità di dare il via libera al piano “Salva Messina”, che nelle idee del Sindaco sarebbe dovuto servire a risanare e mettere in salvo i conti dell’Ente, in difficoltà a causa dell’enorme mole dei debiti fuori bilancio accumulati negli anni ed inoltre per quelle che l’Amministrazione ha più volte presentato come problematiche finanziarie che sarebbero state ereditate dall’Amministrazione Accorinti.

Il 23 Novembre 2018, il Consiglio Comunale, sollecitato dal Sindaco, approva dopo una lunga “maratona” la delibera di messa in liquidazione di Atm contenuto nel Salva Messina. il 19 Dicembre 2019 il Consiglio invece boccia il piano di liquidazione dell’Azienda, con la conseguenza che il giorno dopo i liquidatori chiedono alla Regione la messa in liquidazione coatta amministrativa.

Ad oggi però la Regione non ha mai avviato il piano di liquidazione coatta. Così si spiega la mancanza di strumenti adeguati di cui parla Picciolo.

Si arriva alle indagini grazie anche all’esposto dei tre ex revisori di Atm Felice Genovese, Consuelo Maisano ed Emanuele Bucceri, che hanno denunciato l’incongruenza di un’azienda il cui iter di liquidazione di fatto è fermo e “non è stato perfezionato”. 

Il Pubblico ministero che indaga ha inviato recentemente un provvedimento con il quale si avvisa l’Amministrazione delle indagini in corso, con l’ipotesi di danno erariale, ed adesso il Segretario Generale del Comune di Messina dovrà inviare una serie di atti richiesti dai magistrati: una relazione sull’iter di liquidazione e sul passaggio dei servizi alla nuova Atm Spa, con lo stato attuale dei servizi erogati; copia della richiesta di liquidazione coatta amministrativa inviata dai liquidatori alla Regione Sicilia, e i riscontri della stessa; tutti gli atti che spiegano ragioni e costi dell’operazione, come le due delibere discusse nei due passaggi in aula.

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