Sentenza Matassa, fondamentale il “nodo intercettazioni”: assolti Genovese, Rinaldi e David, condannati i boss mafiosi

Clamorosa sentenza quella di secondo grado che nel tardo pomeriggio di ieri ha chiuso il processo d’appello scaturito dall’inchiesta Matassa, sulle commistioni tra mafia, politica e criminalità organizzata durante le campagne elettorali del 2012 e del 2013.

Venticinque condanne e sedici tra assoluzioni e prescrizioni, in particolare per tutti i reati elettorali.

Assolti dall’associazione a delinquere “perchè il fatto non sussiste” gli ex parlamentari Francantonio Genovese e Franco Rinaldi e l’ex consisgliere comunale Paolo David. Nel processo di primo grado, chiuso nell’ottobre 2019, erano stati condannati rispettivamente a 4 anni e 2 mesi, 3 anni e 4 mesi, 4 anni e 9 mesi.

Assoluzioni e prescrizioni anche per Rocco Richici, Giuseppe Picarella, Baldassarre Giunti, Paola Guerrera, Gaetano Freni, Francesco Zuccarello, Lorenzo Papale, Antonino Lombardo e Pietro Santapaola. Condanne invece per gli esponenti delle associazioni mafiose. In alcuni casi i giudici hanno poi riqualificato dei reati, giudicandoli meno gravi di quanto aveva fatto in primo grado escludendo le aggravanti mafiose e quelle legate all’associazione per molti episodi contestati In primo grado il verdetto era stato di 39 condanne, 6 assoluzioni e 2 dichiarazioni di prescrizione.

L’inchiesta su Genovese, Rinaldi, David e Capurro riguarda le campagne elettorali per regionali del 2012, le politiche del 2013 e le amministrative per il rinnovo del consiglio comunale del giugno 2013. Secondo l’accusa i voti venivano comprati con pacchi di pasta, scatole di riso, biglietti da cinquanta euro, buoni-benzina, assunzioni trimestrali in cliniche private convenzionate con la Regione. Per l’accusa tuttavia tutti i reati elettorali erano da considerarsi prescritti, e poi c’era il “nodo intercettazioni”, ovvero la loro eventuale utilizzabilità o meno secondo le ultime sentenze della Cassazione.  La Corte di Cassazione e la Cedu infatti hanno stabilito che non possono essere utilizzate le intercettazioni disposte in un’altra inchiesta.

Resta valida per i giudici la ricostruzione della nuova geografia dei clan cittadini, con particolare attenzione ai gruppi criminali di Camaro e S. Lucia sopra Contesse, che ha portato alla condanna di tutti gli esponenti delle associazioni mafiose.

Condannati i boss Carmelo Ventura a 13 anni; Antonio Chillè, 1 anno e 6 mesi; Andrea De Francesco, 7 anni; Lorenzo Guarnera, Salvatore Mangano, Adelfio Perticari, Giuseppe Cambria Scimone, Domenico Trentin, Giovanni Ventura e Salvatore Pulio, Fortunato Cirillo a 10 anni; Francesco Comandè, 6 anni a 10 mesi; Gaetano Nostro, 16 anni e 6 mesi; Raimondo Messina, 22 anni; Giovanni Celona, 11 anni e 10 mesi; Francesco Celona, 4 anni e 6 mesi; Francesco Foti, 7 anni; Giuseppe Pernicone, 7 anni e 4 mesi; Luca Siracusano e Francesco Tamburella, 7 anni e 6 mesi. Vincenza Celona, Massimiliano Milo E Rocco Milo a 3 anni e 6 mesi; Gaetano Nostro, 16 anni e sei mesi; Concetta Terranova, 1 anno e 10 mesi.

Assoluzioni sono arrivate per: Baldassarre Giunti, Giuseppe Picarella, Pietro Santapaola, Rocco Richichi, Vincenza Celona, Gaetano Freni, Francesco Zuccarello, Lorenzo Papale, Antonino Lombardo, Vincenza Celona, Paola Guerrera, Francesco Perrello. Per il resto i giudici hanno disposto una serie di riduzioni di pena.

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