Tari, Partito Democratico risponde a Musolino e Previti “no ad aumenti ingiustificati delle tasse”

Arriva la risposta della Segreteria Cittadina del Partito Democratico messinese, rappresentata dall’ex deputato regionale Franco De Domenico, alle parole durissime di Dafne Musolino e Carlotta Previti, che avevano accusato i consiglieri comunali di “tenere in ostaggio” la Città sulla delibera Tari.

Ecco la nota:

Il “Piano economico finanziario Tariffe tassa smaltimento rifiuti urbani”, una delibera di 146 pagine predisposta dalla Giunta, arriva in aula il giorno stesso della scadenza accompagnata da “pressioni mediatiche” per approvarla subito. Il 𝐏𝐚𝐫𝐭𝐢𝐭𝐨 𝐃𝐞𝐦𝐨𝐜𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐨, non intende rinunciare al proprio ruolo in consiglio comunale, avendo come unico obbiettivo evitare l’aumento ingiustificato e delle tasse sui cittadini in una situazione di crisi generalizzata come quella attuale.

Ma facciamo quattro conti: nel 2018, in campagna elettorale, il sindaco prometteva un risparmio del 30 per cento della TARI, una volta estesa a tutta la città la raccolta differenziata. Bene nel 2018 (così come sostanzialmente dal 2013 al 2017) la TARI valeva poco meno di 49 milioni. Quest’anno, completata la raccolta differenziata su tutto il territorio comunale, poi magari vedremo come, ci aspettavamo una TARI di 34 milioni (30% in meno di 49 milioni). Invece la proposta dell’amministrazione è aumentarla a 54.180.780,00, quasi 20 milioni più del promesso, altro che 9 per cento di aumento, siamo oltre il 58 per cento.

Detto questo ci pare evidente che il sistema abbia fallito su tutti i fronti: da quello della qualità del servizio, che è sotto gli occhi di tutti, a quello delle procedure amministrative. L’utilizzo sistematico del subappalto, politicamente è un fallimento, può essere legittimo, ma di fatto è una “privatizzazione non desiderata” del servizio, peraltro in un settore “delicato e contiguo” alla criminalità organizzata, con il rischio, anzi vista la proposta, con la certezza, di un aumento dei costi.

Ovviamente l’amministrazione giustifica il maggior tributo con gli accantonamenti previsti dalla legge (non dicendo che sono dovuti alla inefficienza nella riscossione), piuttosto che con l’inerzia della Regione nel trovare soluzione per smaltire l’indifferenziato e l’umido, ovvero con l’incremento dei costi per le nuove assunzioni, 70 nel 2020 e 128 nel 2021 (anche queste non prevedibili nel 2018?, anche queste necessarie?) ma nulla dice dell’appalto di 20 milioni ai privati.

Insomma se la Regione ha colpe il Comune non è da meno, infatti, si è andati avanti, senza una visione generale condivisa, col risultato che la città è sporchissima offrendo ai turisti uno spettacolo indecoroso, che gli esercenti espongono per strada, anche al centro, mega bidoni puzzolenti, per non parlare dei condomini, privi di adeguati spazi, che sono costretti a pagare, oltre alla Tari aumentata, un “supplemento” per il servizio di esposizione e ritiro dei mastelli.

Tutto questo perché, ostinatamente, si è rifiutato il dialogo, ostinatamente non si è voluto investire in tecnologia, ostinatamente non si sono volute predisporre mini isole ecologiche nel territorio cittadino e allo stesso tempo si disincentiva l’uso di quelle esistenti.

Insomma non si possono chiedere sacrifici ulteriori ai cittadini e tollerare l’incapacità di offrire un servizio decente o di far emergere l’evasione in modo serio

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