Tari, MessinAccomuna “per il Sindaco siamo come le BR, ma non risponde alle domande”

Il sindaco ci assimila alle Brigate Rosse. Con sua buona pace, messinAccomuna è un “laboratorio di partecipazione civica”. Oltre 100 messinesi hanno sottoscritto la “Carta dei Principi e dei Valori”. messinAccomuna non ha intenti partitici (secondo la sua “Carta” si scioglierà tra un anno circa, per valutare il senso dell’esperienza compiuta), ma ha chiari intenti politici: intendiamo essere cittadini. Non meri spettatori di uno show (purtroppo squallido e indegno di Messina, nei tempi correnti), ma consapevoli partecipanti alla gestione della città.

Se per il sindaco questo è terrorismo, sicuramente noi siamo terroristi. Ma forse è lui a essere terrorizzato da domande imbarazzanti; le ultime, sulla TARI. Atti che toccano la vita dei messinesi non possono essere sostenuti da motivazioni fasulle e mistificanti.

Il sindaco dice che “Il 90% dell’aumento della TARI” è dovuto a obblighi di legge per coprire le mancate riscossioni di anni precedenti. Questa affermazione è fasulla. Il “fondo-rischi” che grava sulla tariffa era nel 2020 circa 4 milioni; nel piano tariffario 2021 RIMANE UGUALE (circa 4 milioni). Anche un bambino capisce che il fondo per le mancate riscossioni NON AUMENTA DI UN CENTESIMO L’IMPORTO DELLA TARI. Sindaco: a cosa è dovuto l’aumento che propone, visto che le mancate riscossioni non c’entrano niente?

Per noi è dovuto all’incapacità di offrire un servizio adeguato. Il Presidente Lombardo dice che con l’aumento della tariffa cresceranno i servizi, portando la differenziata al 65%; è quanto garantito già due anni e mezzo fa (con una TARI ben più bassa) PER LUGLIO 2019. Promessa disattesa, obiettivo miseramente mancato per oltre due anni. Nella logica di De Luca, dovrebbero scattare licenziamenti in tronco, invece… Per il sindaco in MessinaServizi c’erano 100 lavoratori da licenziare; ora ci racconta che bisogna assumerne 120, sennò il porta a porta si ridurrà. Come mai, quando a Messina gli addetti sono già superiori a città (Nord, Centro, Sud), che raggiungono obiettivi di efficienza e produttività maggiori? L’azienda è gestita male, se non considerata terreno di caccia per consenso elettorale.

Secondo MessinAccomuna non bisogna aumentare la TARI, bisogna licenziare il presidente e ripristinare il Direttore Generale (due anni e mezzo di gestione affidata al “fiduciario politico” del sindaco, senza competenza tecnica specifica), scegliendo persone con grande e provata esperienza nel settore.

Ancora: come mai MessinaServizi nel 2019 RESTITUISCE AL COMUNE CIRCA 900.000 EURO? Non siamo sicuri che la Corte dei Conti possa avallare quest’operazione. I SOLDI DELLA TARI DEVONO ESSERE IMPIEGATI SOLO PER SERVIZIO RSU. Il contratto di servizio prevede che eventuali eccedenze finanziarie vengano COMUNICATE (non restituite) al Comune perché ne tenga conto nel piano tariffario seguente. Invece i soldi sono stati ridati al Comune che nell’anno successivo, anziché ridurre la TARI, l’ha aumentata. Dove sono finiti i soldi dei messinesi? L’eccedenza finanziaria risulta debitamente considerata nel piano tariffario 2020?

Sono domande semplici, di cittadini che intendono conoscere i fatti amministrativi che li riguardano. Chiediamo al sindaco risposte rispettose e pertinenti; finora non ci sono state.

Mettere sulle spalle dei messinesi un ulteriore aumento della TARI è già il tradimento degli impegni (e del programma) elettorali. Farlo senza rispondere in maniera circostanziata a domande legittime è il tradimento della politica.

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