Nomine “illegittime” di De Luca, Messinaccomuna segue Articolo 1 e rilancia

Articolo 1 ha sollevato la questione della possibile illegittimità di nomine e incarichi di De Luca. L’elenco riguarda uomini FENAPI o suoi sodali politici: Nicola Russo, Pietro Picciolo, Salvo Puccio, Giuseppe Campagna, Roberto Cicala, Federico Basile, Dafne Musolino.

A questi vanno aggiunti Roberto Cerreti (nomina CdA di AMAM in violazione della parità di genere e, secondo intercettazioni del diretto interessato, in saldo di debiti elettorali) e Carlotta Previti (assessora comunale e vicesindaca, “esperta” della Città Metropolitana). Su Cerreti, alcuni verbali “esplosivi” farebbero emergere il rapporto tra questi e la malavita e l’asse Cerreti-Barrile-De Luca nell’elezione del Sindaco (Stampalibera.it, 01/07/2021: “Elezioni 2018, la spregiudicata campagna elettorale di Roberto Cerreti e dei suoi sodali”). La vicenda è sotto attenzione della Magistratura.

Sulla Previti, la legge considera incompatibili incarichi che comportino “attività professionale … retribuita dall’amministrazione” presso cui si ricopre una carica politica (D. Lgsl. N. 39/2013, art. 9). Certo, la Previti è assessora del Comune, mentre l’incarico è conferito (e pagato) dalla Città Metropolitana, però la norma vuole contrastare il malcostume della “vecchia politica” che usa gli incarichi pubblici come ricompensa per i “sodali”. Ora, chi ha conferito l’incarico (con relativa retribuzione) presiede la stessa amministrazione presso cui la Previti era Assessora e futura Vicesindaca (con ulteriore “premio” retributivo); non lo riteniamo compatibile.

Ma un altro aspetto riguarda Previti e Puccio: in un ente in deficitarietà strutturale gli incarichi retribuiti sono automaticamente risolti. A fine maggio il Sindaco dichiara nella bozza di bilancio che nel 2020 la Città Metropolitana è andata in deficitarietà strutturale. Da subito dovrebbe risolvere i contratti, ma non lo fa. Attende il parere dei revisori, se non l’approvazione del Commissario, spende altri soldi pubblici per un parere legale e nel frattempo, presumibilmente, …continua a pagare i fedeli esperti. Se c’è danno erariale, lo amplifica: il bilancio andava approvato ad aprile, e i contratti sciolti da quel mese. Il Sindaco avrebbe dovuto subito sospendere gli esperti dal ruolo e dallo stipendio. Invece perde tempo come Azzeccagarbugli. Adesso dovrebbe responsabilmente recuperare gli emolumenti eventualmente corrisposti illegittimamente e pagare di tasca sua la parcella dell’avvocato.

Voti di dubbia provenienza, forse gratificati con nomine (vedi caso Cerreti); nomine a rischio illegittimità; “premi-fedeltà” stiracchiati oltre il tempo valido e, da ultimo, il tentativo di aumentare la TARI più cara d’Italia o di mandare in cassa integrazione i lavoratori di Messina Servizi. Non c’è che dire, anche alla luce delle ultime dichiarazioni del sindaco, il sistema-De Luca sembra proprio incarnare il peggio della vecchia politica: le campagne elettorali pagate (prima o dopo) dalle tasche dei cittadini!

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