Fridays for Future Messina: “Non chiamiamolo maltempo, ma crisi ecoclimatica”; intervista a Martina Celesti

di Michele Bruno – Venerdì scorso i ragazzi di Fridays for Future a Messina, nonostante molto poco se ne sia parlato, sono scesi in Piazza Municipio ancora una volta per sensibilizzare la cittadinanza in merito ai problemi legati alla Crisi climatica. Il loro movimento, come tutti sappiamo, è nato grazie alla figura di Greta Thunberg, ma non è solo Greta.

L’iniziativa dei ragazzi di Fridays for Future Messina infatti si focalizza su un problema che ci riguarda molto da vicino, la così detta, erroneamente, emergenza maltempo, che però non è né emergenza e nemmeno semplice maltempo.

 

Ne abbiamo parlato approfonditamente qui proprio con Martina Celesti, referente locale di FfF Messina.

 

Il problema legato a quella che viene chiamata emergenza maltempo è in realtà un problema strutturale che va affrontato con strumenti adeguati e che va anche raccontato nei modi adeguati. Non con metodi e con una narrazione emergenziale. E’ questo il nodo cruciale che i ragazzi vogliono attenzionare. 

 

 

 

 

Il ruolo dei media risulta quindi fondamentale, ed anche il giornalismo deve fare la sua parte. Denuncia FfF Messina:

“Per tutto l’autunno abbiamo sentito dai giornali e notiziari, locali e nazionali, che le continue devastazioni legate al “maltempo” non erano altro che un fenomeno normale legato semplicemente al meteo e alla stagione fredda che attraversiamo: questa è solo una menzogna per coprire il reale problema, ovvero la crisi climatica ed ecologica che stiamo vivendo a livello globale e che ha investito anche il paese italiano, in particolar modo la Sicilia in maniera violenta e senza eguali, in quest’ultimo mese.

 

Secondo un rapporto della Legambiente Sicilia dall’inizio del 2021 si sono registrati più di 113 eventi estremi che hanno causato danni a più di 99 comuni; gli allagamenti a Catania e le trombe d’aria nella provincia di Ragusa sono solo un esempio di come l’influenza capitalista sull’ambiente stia distruggendo l’habitat in cui viviamo. 12 tornadi in meno di 2 giorni, 11 vortici in meno di 24 ore e centinaia di persone morte e ferite.

Qual è il prezzo che stiamo pagando per non attuare le alternative eco-sostenibili già esistenti per contenere la catastrofe che stiamo vivendo? La nostra vita”.

Insomma il problema è anche globale, perché questi fenomeni, come il tornado che ha recentemente colpito Catania, sono fenomeni mai visti dalle nostre parti e con una forza e una capacità distruttiva tali da far fortemente preoccupare. Ma soprattutto perché la radice di questi fenomeni è nella crisi climatica globale, causata dall’inquinamento e dal surriscaldamento globale.

 

Il ruolo della politica sia globale che locale risulta fondamentale nel cercare di modificare un paradigma di sviluppo economico che non è sostenibile.

Al livello globale è stato fatto ancora troppo poco. I ragazzi di FfF denunciano:

“Da più di un mese la COP26 di Glasgow si è conclusa, portando solo misure insufficienti, promesse che buona parte dei governi partecipanti hanno già annunciato che non avranno intenzione di attuare radicalmente ed entro i tempi annunciati dalla comunità scientifica e dal Climate Clock di Manhattan, e l’ennesima strumentalizzazione ai danni del movimento ambientalista internazionale, praticando largamente politiche di “greenwashing”.

I grandi del Pianeta dicono di essere con noi giovani, ma queste sono solo parole. La nostra generazione, col supporto di tutte le altre, può portare a sviluppare un cambiamento reale dal basso, un cambiamento di sensibilità alle coscienze, di cui abbiamo ora che più che mai davvero di bisogno”

E molto si può fare anche al livello locale, cambiando anche a Messina e Provincia l’idea locale di sviluppo. Questo aspetto lo abbiamo approfondito nell’intervista-video a Martina Celesti. 

E molto possiamo fare ancora anche nel nostro piccolo, nelle nostre abitudini quotidiane sia personali che sociali. 

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