Piemonte Covid Hospital, la proposta della Regione a molti non piace

di Michele Bruno – L’Assessorato regionale alla Salute gestito dall’Assessore Reggero Razza ha preso la decisione di trasformare l’Ospedale Piemonte in Covid Hospital. Idea che non piace però a molti, soprattutto ai sindacati Uil e Cisl.

«Nel prendere atto, pur con notevoli riserve, della decisione assunta dall’assessorato regionale alla Salute e dai vertici aziendali relativa alla trasformazione dell’intero ospedale Piemonte di Messina in Covid Hospital, non possiamo tuttavia sottacere le pesantissime inadempienze e responsabilità dell’assessorato regionale alla Salute in merito alla gestione della pandemia nella nostra provincia. La decisione di trasformare il Piemonte in Covid Hospital evidenzia il fallimento della politica sanitaria siciliana che avrebbe dovuto realizzare posti letto Covid in strutture al di fuori degli ospedali, come per esempio l’ex ospedale militare di Messina. Si tratta, peraltro, di proposte che la Uil e la Uil Fpl avevano reiteratamente avanzato, sin dal 2020, ai vertici della sanità siciliana».

Lo hanno dichiarato Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, Pippo Calapai, segretario generale Uil Fpl Messina, Alessio Currò, responsabile aziendale Area Medica, e Maurizio Celona e Nino Nunnari, segretari aziendali.

«Si badi bene che la trasformazione dell’ospedale Piemonte in Covid Hospital non può assolutamente realizzarsi sulla pelle dei lavoratori, i quali già nella prima ondata hanno vissuto drammatiche esperienze tipiche della sanità nel terzo mondo. Per curare i pazienti affetti da Covid occorre garantire la presenza di medici specialisti pneumologi ed infettivologi e la distribuzione dello specifico materiale di prevenzione anti-contagio Covid (DPI); inoltre, la struttura del nosocomio necessita il rapido adeguamento del sistema di areazione al fine di impedire la diffusione del virus. Quanto sopra esposto rappresenta la condizione imprescindibile per l’avvio in sicurezza della struttura. In questo quadro, appare inverosimile il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali da parte dei vertici dell’Irccs Neurolesi. Tale comportamento, oltre a violare le corrette relazioni sindacali, denota una preoccupante approssimazione. E’ sotto gli occhi di tutti che il disastro sanitario causato dalla pandemia ha assunto, a Messina, aspetti drammatici legati alla pessima gestione della sanità da parte dell’assessorato regionale alla salute. Infine, è opportuno segnalare che la trasformazione dell’ospedale Piemonte in Covid Hospital provocherà enormi disagi ai messinesi in quanto il Policlinico, già pesantemente oberato di carichi assistenziali, dovrà accollarsi anche la notevole attività di emergenza-urgenza fino ad oggi garantita dall’ospedale Piemonte» hanno concluso Tripodi, Calapai, Currò, Celona e Nunnari.

«L’ipotesi di trasformare il Piemonte in ospedale Covid è la testimonianza di come la macchina organizzativa della Sanità sia …disorganizzata».

A dirlo è il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, insieme ai segretari generali di Cisl Fp Messina e Cisl Medici Messina, Giovanna Bicchieri e Giuseppe Costa, che evidenziano come «in due anni, dall’inizio della pandemia, non c’è stata alcuna programmazione né sulla gestione della malattia e dei pazienti, né sulla realizzazione di nuovi posti letto Covid in strutture ospedaliere e non».

Il nodo principale, per la Cisl, è quello delle cure.

«Siamo consapevoli che l’aumento vertiginoso dei contagi delle ultime settimane necessitano di una risposta immediata – proseguono Alibrandi, Bicchieri e Costa – ma riteniamo inaccettabile che una struttura così importante ed in una posizione strategica nel cuore della città, diventi dall’oggi al domani un ospedale Covid abbandonando la gestione delle altre cure. Una scelta calata da Palermo senza conoscere la città, senza comprendere che il Pronto Soccorso del Piemonte è uno dei più richiesti, che si abbandonano pazienti non Covid che andranno a riempire i reparti di altri ospedali, come il Policlinico e il Papardo, già alle prese con grandi difficoltà di gestione Covid e non. Il rischio, qui a Messina, diventa quello di morire di una malattia diversa dal Coronavirus perché non è stata fatta una programmazione sulle necessità reali del territorio».

Un esempio che la Cisl evidenzia è quello dei pazienti di riabilitazione con gravità.

«I cosiddetti tracheostomizzati – spiegano ancora Alibrandi, Bicchieri e Costa – che hanno, per legge, diritto ad essere ricoverati in un presidio con posti letto di rianimazione. Il loro trasferimento dalla Gca Piemonte a Casazza ed il fatto che la Rianimazione del Piemonte diventerà Covid, renderà improponibile il loro ricovero nella struttura sanitaria. Inoltre, manca ad oggi all’ospedale Irccs Piemonte un direttore medico di presidio ospedaliero che sia laureato in Igiene, per cui tutte le responsabilità ricadono esclusivamente sul direttore sanitario che non possiede tale specializzazione».

Ma la realizzazione di un ospedale Covid al Piemonte porta anche altre perplessità.

«Come quella – continuano i rappresentanti della Cisl – di una struttura che deve essere adeguata in poche ore alle necessità di una pandemia: servono medici ed infermieri specializzati, servono macchinari, strumentazione, dispositivi di protezione personale in misura sufficiente per tutti. Tutti punti che andrebbero discussi anche con le Organizzazioni sindacali perché il prezzo di questa decisione rischia, alla fine, di essere pagato proprio dai sanitari e dai lavoratori. Anche perché ricordare come il carico di lavoro, nei Covid Hospital, è fisicamente e mentalmente superiore ad altri nosocomi ed è necessario implementare gli organici per garantire il turnover giornaliero e la sostituzione dei sanitari che, purtroppo, potrebbe rimanere contagiati».

Non contrario alla soluzione, ma allo stesso modo preoccupato è il deputato di Forza Italia all’Ars Tomamso Calderone, che nonostante sia in maggioranza ha espresso dei dubbi e preparato una mozione.

“La conversione dell’Ospedale Piemonte di Messina in Centro Covid non può gettare nella disperazione e nello sconforto i malati oncologici e le loro famiglie”.

“Da notizie pervenute – scrive Calderone – ci sarebbero parecchi pazienti oncologici nel Reparto di Urologia costretti a una lunga lista d’attesa per potere effettuare importanti esami che potrebbero presupporre consequenziali interventi e altri pazienti oncologici che attendono già da diversi mesi di essere sottoposti a vitali operazioni chirurgiche. Tale inverosimile situazione parrebbe sia vissuta in tutti gli ospedali del territorio convertiti in Centro Covid. Ciò è di una gravità assoluta, poiché non si muore solo di Covid”.

Proprio su queste basi si fonda la mozione dell’Onorevole Calderone che impegna il Governo della Regione Siciliana ad avviare urgentemente l’iter per pervenire “a una tempestiva soluzione alla gravissima lacuna creatasi a discapito dei malati oncologici, lasciati nell’insicurezza, senza nessuna tutela per la salvaguardia della propria salute, in considerazione che l’ultimo Decreto Legge del Governo Nazionale ha stabilito e sancito che i malati oncologici debbano necessariamente essere assistiti, come da protocollo, senza subire nessun rinvio e nessuna lista d’attesa”.

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