#eleme2022, Il siparietto su Facebook tra De Luca e Buzzanca, cui prodest?

di Michele Bruno – Volano gli stracci via social tra i due ex sindaci Giuseppe Buzzanca e Cateno De Luca.

Ieri, nel momento più difficile per il centrodestra messinese, che non riesce a trovare la quadra tra Maurizio Croce e Nino Germanà, momento in cui si rafforza la candidatura alternativa di Buzzanca, quest’ultimo ha deciso di entrare direttamente nell’agone politico con alcune dichiarazioni pubbliche, probabilmente per sostenere una sua discesa in campo, ma anche per rispondere a De Luca.

E’ scaturita una lunga polemica, che proviamo a riassumere, dopo che Buzzanca ha attaccato l’ultimo Sindaco per, a suo dire, rispondere a “mesi di insulti”.

Rispondendo a De Luca che aveva parlato di “Banda Bassotti”, riferito a centrodestra e centrosinistra, Buzzanca lo definisce Gambadilegno. Dopodiché i due non si fermano più.

Tra insulti e beffe reciproche (ad es. Buzzanca definisce De Luca “Pinocchio” della politica e “finto pecoraio” e l’altro a sua volta lo chiama “parassita e lestofante”) condite da termini volgari, i due si accusano a vicenda e fanno riferimento a diversi fatti processuali e non.

Buzzanca ad esempio accusa De Luca di aver ricevuto un milione di euro dalla Fenapi per pareri o sevizi svolti mentre era Sindaco, sostenendo che è tutto pubblico, nelle dichiarazioni dei redditi.

Il Sindaco uscente si difende:

“Non ho mai nascosto i miei redditi ma tu hai insinuato ben altro e lo lasciamo stabilire all’autorita’ giudiziaria se mi hai diffamato o meno.
Io non sono mai decaduto più volte dai miei ruoli pubblici per condanne ricevute tu invece si…”

De Luca a sua volta lo accusa di aver causato una truffa da 50 milioni con le due vecchie partecipate Ato rifiuti e Messinambiente. Buzzanca in questo caso replica di essere stato assolto dalla Corte d’Appello di Messina perché il fatto non sussiste. E sostenendo che Cateno nei suoi processi sarebbe più volte stato graziato dalla prescrizione.

Cateno accusa ancora l’altro ex Sindaco allusivamente di “affari” ai servizi sociali fatti al Comune e alla Ex Provincia da Buzzanca. Ma Buzzanca replica che a Messina l’assessore era “Pinella Aliberti, indicata da te” e rincara facendo allusioni ad un passato in cui Cateno avrebbe avuto l’abitudine di offrire le “granite caffé con panna” a Buzzanca. E’ a quel punto che Buzzanca dice

“Ma è risaputo, dimentichi facilmente.
Fatti una cura di NUTELLA (non usare il bilancino di precisione…, basta un cucchiaio), ti farebbe bene”.
E’ qui che Cateno accusa Buzzanca di avergli dato del drogato.

Cateno risponde:

“Pinella ALIBERTI era l’assessore ai servizi sociali ma le assunzioni le chiedevi ed ottenevi tu … e non solo nelle coperative sociali … anche la finanza creativa dei derivati (hai causato unitamente a genovese un danno di oltre 20 milioni di euro al comune) produsse assunzioni in banca di parenti e lacchè … per non parlare di ATO e cooperative varie … ANCORA STIAMO PAGANDO I DEBITI DELLE TUE TRUFFE POLITICHE DI ATM E MESSINAMBIENTE …

Quanti lavoratori delle partecipate in quel periodo senza stipendio da mesi occupavano palazzo Zanca perché i soldi li dirottavi nelle tue clientele politiche … caro Peppino!” e nega di aver mai offerto la granita a Buzzanca.
Ed ancora il Sindaco uscente fa riferimento agli enti di formazione e al fatto che Buzzanca avrebbe fatto il viaggio di nozze usando l’auto di servizio della Provincia.

Ad un certo punto minaccia querele su Buzzanca, e quest’ultimo fa intendere che farà lo stesso.

Un siparietto di cui ci chiediamo davvero se Messina avesse bisogno in un momento così delicato come la campagna elettorale. E’ utile ai messinesi tutto ciò?

O è utile forse ai due per aumentare il proprio consenso? 

Ai lettori l’ardua (nemmeno tanto) sentenza.

 

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