Traffico internazionale di droga: blitz in Calabria, arresti anche a Messina

E’ stata scoperta dalla Guardia di Finanza un’organizzazione criminale calabrese che gestiva un vasto traffico di sostanze stupefacenti tra Italia, Brasile, Svizzera e Albania.

el blitz sono stati impegnati oltre duecento militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dello S.C.I.C.O. L’operazione è coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio diretta da Giovanni Bombardieri. Gli arresti (15 in carcere e 9 ai domiciliari) sono stati eseguiti nelle province di Reggio Calabria, Catania, Messina, Vibo Valentia, Salerno, Milano e Pavia.

L’attività costituisce lo sviluppo di una precedente operazione – denominata “Magma” – che nel 2019 aveva portato a 45 misure cautelari personali. Gli sviluppo dell’inchiesta hanno accertato la forza e la capillarità, sia su scala nazionale che internazionale, dei narcos calabresi, che continuano a porsi quali interlocutori privilegiati con le più qualificate organizzazioni mondiali. La disponibilità di ingenti capitali di provenienza illecita e la spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico hanno permesso all’organizzazione criminale di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale servendosi, tra l’altro, di preferenziali e collaudati canali di approvvigionamento esteri. Il gruppo criminale, che per comunicare faceva uso di telefoni cellulari criptati, ovvero di cabine telefoniche pubbliche, si interfacciava con differenti organizzazioni aventi le proprie basi operative in Albania ed in Brasile. In tale contesto, sarebbe stato scoperto che l’organizzazione era in grado di far giungere dal Brasile ingenti partite di cocaina, stoccate in Svizzera, per poi essere trasportate in Lombardia ed essere cedute ad individuati acquirenti, tra i quali figura un soggetto albanese di particolare rilievo criminale.

L’inchiesta avrebbe consentito di scoprire come la consorteria criminale producesse, in proprio, ingenti quantitativi di cannabis indica curandone i successivi processi di lavorazione (asciugatura, essicazione, pesatura e confezionamento). E’ emerso come gli indagati, al fine di diversificare ed intensificare la fiorente attività illecita, avrebbero realizzato una coltivazione di marijuana all’interno di una zona rurale del Comune di Candidoni (RC), nella quale sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 1227 piante di cannabis e 74 Kg della medesima sostanza stupefacente, consentendo l’arresto di due dei responsabili.

L’organizzazione avrebbe gestito, inoltre, una consolidata attività di smistamento dello stupefacente attraverso l’impiego di appositi corrieri, sempre pronti a rifornire molteplici “piazze di spaccio”, fungendo da spola tra il territorio calabrese e quello siciliano. In un’occasione, infatti, è stato arrestato, in flagranza di reato, un affiliato in procinto di imbarcarsi per la Sicilia.

     

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